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martedì 20 aprile 2010

Le leggende del Reggae: Desmond Dekker

Desmond Dacres nacque a Kingston il 16 luglio del 1941 e trascorse l'infanzia in un orfanotrofio a Seaforth nella regione di Saint Thomas Parish. In seguito si trasferì a Kingston trovando un impiego come saldatore. Furono i suoi colleghi per primi a notare le sue capacità vocali, quando cantava nel negozio. Con il loro incoraggiamento, nel 1961 il giovane Dekker decise di dare inzio alla sua carriera di cantante. Si presentò alle audizioni per i produttori più importanti del periodo, sia Coxsone Dodd agli Studio One che Duke Reid ai Treasure Isle, ma si vide rifiutato da entrambi.
Fu Leslie Kong, altro produttore di successo e proprietario della Beverley's, ad accoglierlo sotto la sua gestione, dando inizio al suo promettente futuro come cantante. Nel 1963 Desmond registrò il suo primo singolo, "Honour Your Father And Mother" , che venne pubblicato per la Beverly, ma risucì a raggiungere anche il mercato britannico grazie alla disponibilità di Chris Blackwell della Island Records. Rinominatosi definitivamente con lo pseudonimo di Desmond Dekker, la star emergente diede alla luce altre due grandi hit, "Sinners Come Home" e "Labour for Learning". Tuttavia, non fu fino al singolo successivo, "King of Ska", che Dekker confermò il suo talento e popolarità. Il brano fu suonato con i The Maytals come band di supporto, in quell'occasione rinominatisi "the Cherrypies", e divenne un classico dell'artista. Prima della fine dell'anno Dekker riuscì a trovare una band di supporto, i The Aces, un quartetto di fratelli cantanti composto da Carl, Clive, Barry, e Patrick Howard, che prima dell'unione con il cantante, erano conosciuti come the Four Aces. La band si presentò quindi come "Desmond Dekker & The Aces". I cinque pubblicarono una serie di singoli ska, come "Get Up Edina", "Parents", "This Woman", e "Mount Zion", tutte hit di successo. L'artista ottenne numerosi successi durante tutti gli anni 60, riuscendo a produrre 20 singoli che si piazzarono sempre ai primi posti nelle classifiche. A seguito del periodo ska, nacque il rocksteady, genere a cui si adattarono tutti gli artisti del periodo. Anche Dekker iniziò a direzionarsi su questo nuovo stile dando alla luce la famosa "007 Shanty Town" nel 1966.
L'anno seguente ottenne il secondo posto al Jamaican Song Festival con il brano "Unity". Seguirono altri singoli di grande successo come "Rudie Got Soul", "Sabotage", "Hey Grandma", "Music Like Dirt" e "Rude Boy Train". Nel 1969 registrò la canzone "Israelites" che sbancò in Inghilterra mantenendo la prima posizione nelle classifiche per parecchi mesi. Sempre in Inghilterra incise altri brani come "A It Mek" e "Problems" ottenendo sempre grandi consensi, e divenendo un tra i più noti artisti reggae giamaicani nel mondo. Desmond continuò la sua carriera di successo nel terriotorio britannico ottenendo sempre grandi apprezzamenti dal pubblico. In questo periodo incide pezzi come "Pickney Gal" e la cover di Jimmy Cliff "You Can Get It If You Really Want", la quale versione originale era stata inclusa nella colonna sonora dello storico film The Harder They Come al quale partecipò lo stesso Cliff[. Il 9 Agosto 1971 Leslie Kong, suo produttore ed amico, morì a causa di un infarto. Desmond decise quindi di firmare un contratto con l'etichetta Cactus Records. Così nel 1975 registrò un singolo sullo stile reggae pop dal titolo di "Sing A Little Song"[1]. A seguitro della scomparsa di Leslie Kong, Desmond subì un forte calo di popolarità. Infatti il disco Black And Dekker nel 1980 non entrò in alcuna classifica passando inosservato. La definitiva battuta d'arresto avvenne nel 1984 quando subì una condanna per fallimento dalla corte suprema inglese, rimanendo inattivo per molti anni. Il 1993 fu l'anno di una breve ripresa, quando registrò il nuovo disco King Of Kings assieme ad alcuni membri del gruppo 2 tone The Specials.
Desmond Dekker morì a causa di un arresto cardiaco il 25 maggio del 2006 nella sua casa di Thornton Heath a Londra, all'età di 64 anni. Si stava preparando per partecipare ad un festival a Praga. Suonò l'ultima volta a Roma con una performarce notevole il 21 Aprile 2006 (Villaggio Globale) circa un mese prima della sua morte davanti ad un pubblico in delirio. Dekker era divorziato e lascia un figlio e una figlia[

Discografia

In Studio
007 Shanty Town (1967) (Desmond Dekker & the Aces)
This Is Desmond Dekker (1969)
Israelites (1969)
You Can Get It If You Really Want (1970)
Black And Dekker (1980)
Compass Point (1981)
King of Kings (con i The Specials) (1993)

Raccolte

Double Dekker (1973)
Dekker's Sweet 16 Hits (1979)
The Original Reggae Hitsound (1985)
20 Golden Pieces of Desmond Dekker (1987)
The Official Live and Rare (1987)
Greatest Hits (1988)
The Best of & The Rest of (1990)
Music Like Dirt (1992)
Rockin' Steady - The Best of Desmond Dekker (1992)
Crucial Cuts (1993)
Israelites (1994)
Action (1995)
Voice of Ska (1995)
Moving On (1996)
The Israelites (1996)
First Time for a Long Time (1997)
Desmond Dekker Archive (1997)
The Writing on the Wall (1998)
Israelites (1999)
Israelites: The Best Of Desmond Dekker (1963-1971) (1999)
Desmond Dekker (2000)
The Very Best Of (2000)
This Is Desmond Dekker (Bonus Tracks) (2006)

venerdì 13 novembre 2009

Reggae nostrano: Alì Babà

Non potevamo certo mancare l'appuntamento di approfondimento sugli Artisti e i Gruppi Nostrani. In questa occasione vi immergeremo nelle splendide sonorità espresse da un gruppo che ha portato e porta tutt'oggi  alta la bandiera siciliana oltre i confini isolani, portandosi dietro i suoni, i colori, i sapori e le senzazioni della Nostra meravigliosa Terra.
Stiamo parlando degli Alì Babà, non posso scordare la prima cassetta che ricevetti da un amico di Centuripe, era la metà degli anni '90 e quella cassetta ce l'ho ancora, l'album secondo ricerche
successive sembrò essere " 'Nzigniti a 'ducazioni", bellissimo,
pubblicato ne '95. Di quell'album c'è una canzone che ha segnato un'epoca per me e per molti amici: "Cu piru nasci piru mori", a tanti di noi risuona ancora quel "grana nta sacchetta nuddu ti nni jetta", mai affermazione fu più  veritiera. E' passato un pò di tempo per molti le cose sono cambiate, per altri è ancora mezzanotte rifacendoci al brano sopra citato, non per loro che di strada ne hanno fatto e come potrete voi stessi constatare sono arrivati a toccare traguardi davvero importanti, ma...tutto cominciò nel lontano dicembre 1992, gli Alì Babà nascono ad Enna, Sicilia, da un’idea di alcuni musicisti locali provenienti da diverse aree musicali.Sin dall’inizio la loro miscela di pop e reggae li rende un gruppo molto popolare in Sicilia e ciò determina lo svolgersi di un’intensa attività live in lungo e in largo per tutta l’isola, ma non solo, che continua a tutt’oggi. Fra le sortite al di là dello stretto, ci piacciono ricordare le partecipazioni del gruppo a due edizioni del Rototom Sunsplash, nel 1998 a Lignano e nel 2001 ad Osoppo.
Inoltre, gli Alì Babà possono vantare un terzo posto a Sanremo Rock nel febbraio del 2000, ospitate in diretta su Radio Rai 2, con Fiorello, e Radio DeeJay, con Albertino, e la trasmissione a rotazione pressoché continua di due video su Talent One di Italia 1. Di questi uno, “Odo l’Inverno”, è tratto dal primo, omonimo cd della band, il secondo “Fobia”, dal secondo, intitolato “A noi ci piace” e pubblicato nel 2008 dalla Irma Records, con distribuzione Edel.
Il lavoro, prodotto da Max Busa e registrato in autonomia dalla band, contiene dieci brani più il suddetto videoclip.
Si apre con “Fobia”, appunto, pezzo basato sulle piccole e grandi fobie quotidiane che ci attanagliano, musicalmente impreziosito da un inatteso intermezzo tango. Secondo brano è un classico elettro-reggae del gruppo, un brano in dialetto intitolato “Timpu e malu timpu” (bel tempo e brutto tempo) che si chiude con una coda tipicamente rock. Il terzo brano, “Gira che ti rigira”, mischia atmosfere ska e soul, mentre il quarto, “Amplificato” si sviluppa su linee di roots lento. “Auto che passano” ricama arabeschi pop su base reggae, segue quindi il secondo brano in dialetto del lavoro, “Cu mangia e cu talìa” (chi mangia e chi guarda”, brano in cui il reggae e lo ska si alternano senza soluzione di continuità. “Tutti Artisti” presenta atmosfere reggae e da big band anni ’60, ed è seguito da “Cca si campa d’aria” (qui si campa d’aria), un brano molto spigliato il cui testo è ispirato in parte ad un canto popolare calabrese. Chiude la serie dei brani originali contenuti nel cd “I Topi e il Gatto”, uno ska veloce che racconta delle disavventure di un gruppo di topi e del sacrificio di un topolino, necessario per aprire gli occhi ai propri simili. Decimo e ultimo brano del lavoro è una cover. Il brano riarrangiato dal gruppo è un tradizionale gospel americano, “Go tell it on the Mountains”, qui proposto dalla band in maniera veramente personale, che poco mantiene della versione originale.
Un cd molto vario, come nello stile del gruppo, ma legato dal comune denominatore della solarità, della melodia e della ballabilità, da sempre caratteristiche peculiari della band, con testi ora un po’ più ironici e scanzonati, ora seri e riflessivi, con punte di denuncia sociale e politica.
Cd che può essere acquistato on line al seguente indirizzo: http://www.musicshoponline.it/
Un grande saluto agli Alì Babà, che dire, continuate così che "A NOI CI PIACE"!
Per ulteriori info sul gruppo, visitate www.myspace.com/alibababand



Line up:
Max Busa ( Voce )
Tony Colina ( Basso )
Enzo Tamburello ( Sax )
Peppe Bertolo ( Chitarra )
Filippo Alessi (Percussioni)
Alessandro Mazzola (Batteria)
Pietro Lo Gioco (Tromba)

martedì 10 novembre 2009

Le leggende del Reggae: The Heptones

Leroy Sibbles, Earl Morgan e Barry Llewelyn si unirono in origine sotto il nome di "The Hep Ones" nel 1965 a Kingston, ma presto cambiarono nome in "The Heptones".
Il gruppo collaborò con diversi importanti produttori giamaicani al tempo: dopo un singolo di poco successo con il produttore Ken Lack per la sua etichetta "K Calnek", si spostarono sotto la gestione di Coxsone Dodd per la Studio One. I The Heptones pubblicarono infatti una serie di hit per la Studio One, inizianto da "Fattie Fattie", primo singolo per l'etichetta nel 1966. Questo fu l'inizio di un periodo di successo con Coxsone, con cui seguirono altri singoli come "Pretty Looks Isn't All", "Get In The Groove", "Be a Man", "Sea of Love" (una cover di the Pat Phillips and the Twilights), "Ting a Ling", "Party Time" e "I Hold the Handle".
La band era la principale rivale dei The Techniques, gestiti da Arthur "Duke" Reid, fu furono tra i più popolari gruppi dell'epoca rocksteady. Durante i loro 5 anni al Brentford Road, Leroy Sibbles suonò il basso in diverse sessioni con alcuni artisti assieme a Jackie Mittoo. Tra i brani in cui suonò il bassista spiccano "I'm Still In Love" di Alton Ellis e "Satta-a-Massagana" dei the Abyssinians. Il gruppo rimase sotto la Studio One durante l'era reggae, dove pubblicarono brani come "Message from a Black Man", "Love Won't Come Easy", "I Love You"e una cover di successo di "Suspicious Minds", poi registrarono con Joe Gibbs, Harry J, con il quale incisero i classici "Country Boy" e "Book of Rules" nel 1973, Rupie Edwards (ri-registrarono "Give Me the Right") e con l'ex giornalista Danny Holloway.
Leroy Sibbles migrò in Canada in 1973, ed il gruppo cessò le registrazione, ritornando nel 1976 con "Cool Rasta" e "Night Food", prodotti da Scott "Harry J" Johnston. Questi LP contenevano diverso nuovo materiale, assieme a vecchi pezzi dell'epoca d'oro Studio One.
Nel 1977, la loro carriera subì un'impennata quando iniziarono a collaborare con il produttore Lee "Scratch" Perry, con cui pubblicarono alcuni nuovi singoli (tra cui la cover di Billy Stewart "I Do Love You" sul loro album Justice League pubblicato 5 anni prima), e pubblicarono l'album Party Time, una delle migliori produzioni di Perry, che, registrato allo studio Black Ark, incluse alcuni vecchi brani rivisitati dell'era Studio One, tra cui la cover di Bob Dylan "I Shall Be Released", assieme a nuove tracce tra cui "Sufferers' Time".
Nello stesso periodo, realizzarono una serie di singoli cone Lee Perry, come "Mistry Babylon", "Mr President" (assieme al DJ Jah Lloyd) e "Babylon's Falling". Sibbles lasciò ancora una volta la formazione nel 1977 per dare inizio ad una carriera solista di successo, avendo già inciso come solista il pezzo "Love Won't Come Easy" per Augustus Pablo, oltre ad altri singoli solisti per Lee Perry ("Rasta Fari" e "Garden of Life") e DEB Music di Dennis Brown ("New Song" e "Ain't No Love"). Egli fu sostituito da Dolphin "Naggo" Morris, che aveva registrato "Su Su Pon Rasta" per Joe Gibbs e "You Should Love Your Brother" per King Jammy, ma la popolarità del gruppo calò. Dai tardi anni 70, il loro stile cominciò ad ottenere meno consensi da un pubblico ormai indirizzato sul più militante stile dei rastafari, ed iniziarono ad essere visti come parte della vecchia epoca. Nonostante fossero stati prodotti da Joseph Hoo Kim allo studio Channel One, Good Life nel 1979 risultò un buco nell'acqua, e durante gli anni successivi ottennero poco successo.
Il trio originale di riunì nel 1995, pubblicando il nuovo album Pressure!, prodotto da Tappa Zukie.

Discografia
1967 - The Heptones [aka Fattie Fattie]
1968 - On Top [aka Best Of The Heptones]
1969 - Sweet Talking
1970 - Black Is Black [aka Ting A Ling]
1971 - Freedom Line
1973 - Book Of Rules
1976 - Cool Rasta
1976 - Night Food
1977 - Party Time
1978 - Better Days [aka Observer's Style]
1978 - In Love With You
1979 - Good Life
1980 - Mr Ska Bean'a (Alton Ellis & The Heptones)
1982 - On The Run
1983 - Back On Top
1983 - In A Dancehall Style
1985 - Swing Low
1986 - Changing Times
1987 -A Place Called Love & Changing Times
1995 -Pressure!

lunedì 9 novembre 2009

Reggae nostrano: Marvanza Reggae Sound

Rispetto a tutti voi che amate farvi attorniare solo da vibrazioni positive, in questo appuntamento ormai  fisso con il Reggae di  "Casa Nostra" andremo a conoscere meglio i Marvanza Reggae Sound, un gruppo di Monasterace (RC), che a mio modesto avviso riesce pienamente a sposare le sonorità giamaicane con la nostra cultura, e con ciò che per noi è cult, vedesi la suggestiva reinterpretazione di "Stessa spiaggia stesso mare". Ma andiamo a conoscere le loro di radici:
Le note del Reggae e della Dance Hall fanno da cornice a un quadro i cui soggetti principali sono quattro ragazzi con la passione per la musica: Ivan Lentini, frontman e voce del gruppo, che con il suo vocione diluito nel dialetto calabrese scocca frecce dirette ai colpevoli del malessere che rende il mondo un posto difficile in cui convivere con le altre persone ma, al contempo, disegna le soluzioni per renderlo anche un posto migliore; Marco Lentini, voce e percussioni ma anche jolly del gruppo, che con i suoi movimenti ispirati dal re del pop Michael Jackson fa impazzire le ragazze sotto i palchi e inietta qualche nota di trasgressività negli spettacoli della band; Claudio Chiera, basso e autore di alcuni dei testi, che con le note calde del suo strumento rievoca il sole e il mare della lontana Jamaica e, al tempo stesso, fa aprire gli occhi sulle difficili dinamiche di sopravvivenza di chi vive giorno per giorno nel disagio sociale; e infine Mafalda Gara, voce e sax, che con la sua bravura da il tocco in più alle note accattivanti dei suoi compagni e con la sua bellezza completa questo quadro disarmante per la sua semplicità e per la sua capacità di fotografare il tempo presente in tutte le sue sfumature. Insieme ai Marvanza collaborano poi i musicisti Enzo Nisticò alla batteria, Ilario Musco alla chitarra e Domenico Panetta tastierista e produttore artistico dei Marvanza Reggae Sound.
La loro camminata sotto i riflettori fa sin da subito capire il valore intrinseco della band, che dopo le prime esibizioni viene invitata, il 16 Dicembre 2005, al CLICK di Forlì ad aprire il concerto degli Almamegretta. Anche lontani dalla loro terra i Marvanza hanno dato spettacolo e grande prova di abilità comunicativa, colpendo i presenti soprattutto con la loro musica e le loro parole. Dopo questa esperienza i MRS hanno dato prova di tutto il loro carattere musicale anche ad uno degli eventi musicali più importanti della Calabria: il concerto del Primo Maggio a Locri nel 2006, dove, ancora poco conosciuti, hanno conquistano i diecimila presenti in piazza condividendo il palco con artisti del calibro di Francesco Baccini. Al festival Kalabria Elettrika i MRS danno ancora prova del loro valore, al fianco di artisti come Mario Venuti, Niccolò Fabi e Turi. Partecipano inoltre al Salento Showcase 2007 esibendosi prima di artisti come PapaLeu, RankinLele e Marina e prima di Terron Fabio e Nandu Popu dei Sud Sound System. Ma le esibizioni importanti continuano, nonostante il duro lavoro in sala di registrazione per preparare il loro primo album: dopo l'uscita del loro primo singolo, distribuito in tutta la Calabria e in Sicilia con la rivista “In Scena”, i MRS partecipano anche al Coca Cola Summer Village a Soverato, come ospiti principali della serata. La loro grinta ha catturato le attenzioni della Sonny Boy Management e della Self, etichetta numero uno nella distribuzione indipendente italiana, che hanno congiunto il loro lavoro per “Frontiere”, primo album della band, contenente 12 pezzi scritti dai quattro MARVANZA con la supervisione di Domenico Panetta.
All'interno del cd anche un pezzo d'eccezione: “Stessa spiaggia stesso mare”, canzone già interpretata da Mina e Vinello e reinventata dai Marvanza con la collaborazione straordinaria del tastierista de Le Orme Michele Bon, versione/tormentone dell'estate 2009 in tutte le radio locali e nazionali.
La presentazione dell'album, avvenuta il 12 giugno 2009 nel loro paese di origine, ha riempito ogni angolo del lungomare e ha coinvolto anche Studio 54 network, l'emittente radiofonica numero uno in Calabria, e il comico Gianni Cinelli, in arte Ganjaman, con il quale i Marvanza hanno dato vita al Cabareggae, uno spettacolo più volte proposto durante l'estate 2009 in cui le note reggae e la comicità si mescolano in un evento imperdibile.
 Dopo la presentazione del disco, dunque, la band ha iniziato un tour ricchissimo di date e, soprattutto, di eventi importanti, durante i quali si sono rivelati protagonisti assoluti: è così che hanno preso parte il 4 luglio 2009, come ospiti d’eccezione per la Calabria, all' XFactor Casting Tour a Catanzaro Lido, dove, acclamatissimi, hanno condiviso il palco con artisti gli Sugarfree. Sempre a luglio sono stati ospiti dello spettacolo “Insieme si può”, accanto ai comici di Zelig e Colorado Cafè, per poi partecipare, sorprendendo i presenti, al Reggae Train SunFest 09 a Catanzaro Lido, dove hanno fiancheggiato l'artista Giamaicano Mr Vegas. Ma i Marvanza hanno anche partecipato alla notte bianca di Rizziconi, dove tra gli applausi di circa 50.000 spettatori sono stati richiamati, dopo la loro esibizione, a tornare sul palco per riproporre la gettonatissima “Stessa Spiaggia Stesso Mare”. Qui hanno condiviso il palco con J Ax, Marco Masini, Luca Di Risio e altri artisti. Stesso successo anche a Torre Ruggero, dove hanno fiancheggiato Ivana Spagna e Gatto Panceri, nonché a Catanzaro, dove durante la notte piccante hanno calcato un palco dove già si erano esibiti gli Sugarfree. Un'ulteriore conferma del loro valore, inoltre, è stata l'apertura del concerto de Le Orme, band storica del panorama musicale italiano, che si sono esibiti ad Acquaro.
Un'estate piena di impegni, dunque, durante la quale hanno raccolto l'approvazione di un pubblico variegato e di molti artisti, fino alla loro presenza in Sardegna a Narbolia. La voglia di fare musica a la puntuale consapevolezza sul particolare momento storico vissuto dalla loro terra natale è stato il deterrente per far esplodere una vera e propria rivoluzione culturale.

Sfruttando i palchi dove si esibiscono i MARVANZA REGGAE SOUND si sforzano di rompere con la loro musica un silenzio che, soprattutto tra i giovani, appare disarmante, decidendo di dire no alla violenza e al degrado sociale. Nei loro testi si alternano le grida di protesta di un’intera terra e l’attenzione verso tematiche sociali di indubbia importanza: il fil rouge che lega le loro canzoni è la voglia di cambiare il mondo, un mondo in cui le ingiustizie sociali e la repressione sembrano negare il rispetto per la persona in quanto tale. Nonostante questi temi duri, i MRS mixano nelle loro canzoni ironia e riflessione, unendo l’italiano e il dialetto di uno dei tanti paesini della calabria come Monasterace al reggae muffin e alla dance hall. È un pretesto per parlare dei problemi che affliggono un mondo governato “dalle sporche mani nere”, come loro stessi descrivono nelle loro canzoni le dinamiche di potere, da uno stato che non si interessa alle nostre terre e al nostro sviluppo economico.
Ahh in fondo che bello il "nostro sud", Amici della musica a levare, il mare, il sole, il reggae!
Un saluto ai MARVANZA REGGAE SOUND  con un richiamo...Voi ci mettete il Reggae e noi...ce lo godiamo con voi!
Potete visitare i MARVANZA REGGAE SOUND  su:
Per contatti:

Le leggende del Reggae: Beres Hammond


Beres Hammond nasce nel 1955 ad Annotto Bay nella costa nord della Giamaica ma non lontano da Kingston nei dintorni di cui la sua famiglia si trasferisce durante la sua infanzia. Registra il suo primo brano ancora adolescente e dopo aver vinto un concorso canoro per dilettanti organizzato dal noto sound system Merritone Disco decide di cercare la via del successo come cantante. Nel 1975 diventa il cantante della band Zap Pow: questa band molto attiva negli anni settanta sia come backing band di altri artisti sia come live act nel circuito degli alberghi della cost nord giamaicana ha una opportunita’ da giocarsi attraverso un contratto con la Island. Beres canta le canzoni dell’ottimo album omonimo del 1977 ma purtroppo la scarsa promozione fa fallire il progetto. L’incontro con Willie Lindo fa di Beres un delicato e raffinato ballader: questa vena e’ testimoniata dal suo debutto su album ‘Soul reggae’ e da vari successi di quel periodo. Nei primi anni ottanta l’artista fonda la sua etichetta Harmony House e torna al successo con brani come ‘Groovy little thing’, ‘What a dance can do’ e ‘She loves me now’ nel periodo in cui incominciano ad essere introdotti timidamente i ritmi digitali nel panorama del reggae giamaicano. A cavallo tra questo decennio ed il successivo si prende un periodo di pausa, seguito dal suo incontro con Donovan Germain per cui registra nel 1990 ‘Tempted to touch’ che diviene il suo maggior hit ed il brano che lo consacra definitivamente.
Negli anni successivi Beres costruisce il suo mito attraverso una mole impressionante di lavoro, dagli splendidi CD prodotti da Penthouse, Startrail o Xterminator ai numerosi duetti con tutti i maggiori artisti, primi tra tutti i suoi compagni di scuderia a Penthouse Buju Banton, Marcia Griffiths, Cutty Ranks o Tony Rebel. Gli ultimi suoi tre albums ‘Love from a distance’, ‘A day in the life’ e ‘Music is life’ sono dei capolavori del reggae contemporaneo e nel 2003 la VP gli dedica il doppio CD antologico ‘Can’t stop a man’. Beres non si ferma mai e realizza ottimi singoli di artisti come Jah Cure, Morgan Heritage, Ginja, Sugar Black & Lebankulah, Maxi Priest e VC tra i tanti come produttore sulla sua Harmony House, una delle etichette migliori della attuale scena giamaicana. All’inizio del 2001 migliora le sue condizioni di lavoro con la costruzione del suo studio stabilito proprio a casa sua: i risultati di questo miglioramento sono i suoi ultimi singoli e soprattutto il suo nuovo CD Love has no boundaries appena uscito.

Discografia
1977
Soul Reggae
1981 
Just A Man
1983
Coming At You
1982
 Let's Make a Song
1986
Beres Hammond
1987
Live & Learn Present B.H.
1988
Have A Nice Weekend
1989
Putting Up Resistance
1990
Just A Vibe
1992
A Love Affair
1993
Full Attention
Sweetness
1994
In Control
1996
Love From A Distance
1997
Getting Stronger
1999
Collectors Serie
2000
Reggae Max
Forever Yours
1998
A Day In Life
2001
Music is life
Beres Hammond & Friends
2003
Anthology: Can't Stop A Man
2004
Love Has No Boundaries

Le Leggende del Reggae: Burning Spear


Burning Spear, pseudonimo di Winston Rodney, nativo come Bob Marley e Marcus Garvey della St. Ann's Bay, è considerato uno degli artefici del reggae. Come molti altri artisti reggae, Burning Spear è noto per i suoi messaggi a favore del movimento rastafariano.
Il suo stile vocale è inconfodibile, aggiungendo ai lamenti un pizzico di malinconia in quasi tutte le sue canzoni, una tra tutte Get Ready.
Burning Spear (Lancia Fiammeggiante) che ha preso in prestito il nome di battaglia da Jomo Kenyatta, leader dell'indipendenza del Kenya, esordisce nel 1969 con il singolo Door Peer, prodotto da Coxsone Dodd.
Winston Rodney crede nella funzione di proselitismo religioso,e di riscatto sociale della musica reggae. La collaborazione con Dodd durerà fino al 1974, e il risultato sarà raccolto nei due album Studio One present Burning Spear (Studio One, 1973) e Rocking time (Studio One, 1974).

Discografia
1973 - Studio One Presents Burning Spear
1974 - Rockin' Time
1975 - Marcus Garvey
1976 - Man in the Hills
1976 - Garvey's Ghost
1977 - Dry & Heavy
1978 - Marcus' Children
1980 - Social Living
1980 - Hail H.I.M.
1982 - Farover
1983 - The Fittest of the Fittest
1984 - Resistance
1986 - People of the World
1988 - Mistress Music
1989 - Live in Paris: Zenith '88
1990 - Mek We Dweet
1992 - Jah Kingdom
1993 - The World Should Know
1995 - Rasta Business
1997 - Selection: The Fittest
1997 - Appointment With His Majesty
1999 - Calling Rastafari
1999 - Living Dub, Vol. 4
2003 - Jah No Dead
2003 - Freeman
2004 - Travelling
2005 - Our Music
2008 - Jah Is Real
Album Live
1977 - Live
1994 - Love and Peace: Burning Spear Live
2002 - Live at the Montreaux Jazz Festival 2001
2005 - Live in South Africa 2000
2006 - (A)Live in Concert
Raccolte
2008 - The Best of Burning Spear

domenica 8 novembre 2009

Le leggende del Reggae: Horace Andy


Horace Keith Hinds nasce ad Allman Town, un quartiere di Kingston. Il cugino Justin Hinds, famoso per aver fondato negli anni 60 il gruppo The Dominoes, lo introduce nel mondo della musica reggae.
Nel 1967, a 16 anni, registra il suo primo singolo con il produttore George Phil Pratt. Dal 1970 inizia la sua collaborazione con l'etichetta Studio One di Clement "Coxsone" Dodd, il quale per non farlo confondere dal pubblico con il cugino, già noto, gli suggerisce di farsi chiamare Horace Andy. Raggiunge la notorietà nel 1972 con il singolo Skylarking.
Dopo l'esperienza a Studio One, Horace Andy collabora con molti dei maggiori produttori giamaicani dell'epoca: Bunny Lee, Augustus Gussie Clarke, Leonard Santic Chin, Keith Hudson, Derrick Harriott, Winston Holness (Aka Niney The Observer), King Tubby e Prince Jammy.
Nel 1973 realizza il suo secondo album, prodotto da Bunny Lee: You are my Angel (su etichetta Trojan).
Del 1977 è invece uno dei suoi album più famosi: "In the Light", registrato per l'etichetta Hungy Town di Everton Da Silva. Questo album, da tempo non più reperibile sul mercato, è stato ristampato su CD dall'etichetta inglese Blood and Fire nel 1995, accompagnato dall'intero disco dub (In the Light Dub).
Dopo la brillante carriera giovanile, per molti anni Horace Andy era stato quasi completamente dimenticato dal grande pubblico: il suo "nuovo" successo ha preso avvio a seguito della collaborazione avuta nei primi tre dischi del gruppo inglese trip hop Massive Attack, nella prima metà degli anni 90. In Blue Lines, primo album dei Massive Attack, del 1991, Horace Andy canta 3 canzoni: One Love, Five Man Army e Hymn of the Big Wheel. In Protection, disco del 1994, Horace Andy canta 2 canzoni: Spying Glass e Light My Fire (cover dell'omonimo brano dei The Doors). In Mezzanine, del 2006, canta Angel, Man Next Door ed Exchange.
Complici anche il ritorno nel reggae alle sonorità degli esordi (il cosiddetto roots reggae) e l'intensa attività di riscoperta e di ripubblicazione di veri e propri capolavori della musica reggae intrapresa da alcune etichette quali Blood and Fire e Pressure Sounds, la carriera di Horace Andy ha un nuovo impulso portandolo a incidere nuovi dischi e ad esibirsi dal vivo in tutto il mondo, Italia compresa.
Famoso per il suo particolare e riconoscibilissimo stile vocale, il falsetto, è un fedele devoto della dottrina rasta e molte delle sue canzoni trattano temi religiosi e di giustizia sociale. Tra i brani più famosi ricordiamo You are my Angel, Skylarking, Problems, Money Money, Government Land.

Discografia
1969 
Skylarking
1973 
You Are My Angel
1974
Get Wise
1974
The Kingston Rock (aka Earth Must Be Hell), Horace Andy, Winston Jarrett & The Wailers
1977
In The Light
In The Light Dub
1978 
Natty Dread A Weh She Want
1979 
Pure Ranking
1980
Showcase
Unity Showcase, Horace Andy & Errol Scorcher
1982
In A Rub A Dub Style, Bim Sherman Meets Horace Andy And U Black
Exclusively Horace Andy
1983
Dance Hall Style
1985
Reggae Superstars Meet, Dennis Brown & Horace Andy
Confusion
Clash Of The Andys, Horace Andy & Patrick Andy
Elementary, Horace Andy & Rhythm Queen)
1987
Everyday People
Haul And Jack Up