THOUSANDS OF FREE BLOGGER TEMPLATES

Volkano Reggae Chat

venerdì 13 novembre 2009

Reggae nostrano: Alì Babà

Non potevamo certo mancare l'appuntamento di approfondimento sugli Artisti e i Gruppi Nostrani. In questa occasione vi immergeremo nelle splendide sonorità espresse da un gruppo che ha portato e porta tutt'oggi  alta la bandiera siciliana oltre i confini isolani, portandosi dietro i suoni, i colori, i sapori e le senzazioni della Nostra meravigliosa Terra.
Stiamo parlando degli Alì Babà, non posso scordare la prima cassetta che ricevetti da un amico di Centuripe, era la metà degli anni '90 e quella cassetta ce l'ho ancora, l'album secondo ricerche
successive sembrò essere " 'Nzigniti a 'ducazioni", bellissimo,
pubblicato ne '95. Di quell'album c'è una canzone che ha segnato un'epoca per me e per molti amici: "Cu piru nasci piru mori", a tanti di noi risuona ancora quel "grana nta sacchetta nuddu ti nni jetta", mai affermazione fu più  veritiera. E' passato un pò di tempo per molti le cose sono cambiate, per altri è ancora mezzanotte rifacendoci al brano sopra citato, non per loro che di strada ne hanno fatto e come potrete voi stessi constatare sono arrivati a toccare traguardi davvero importanti, ma...tutto cominciò nel lontano dicembre 1992, gli Alì Babà nascono ad Enna, Sicilia, da un’idea di alcuni musicisti locali provenienti da diverse aree musicali.Sin dall’inizio la loro miscela di pop e reggae li rende un gruppo molto popolare in Sicilia e ciò determina lo svolgersi di un’intensa attività live in lungo e in largo per tutta l’isola, ma non solo, che continua a tutt’oggi. Fra le sortite al di là dello stretto, ci piacciono ricordare le partecipazioni del gruppo a due edizioni del Rototom Sunsplash, nel 1998 a Lignano e nel 2001 ad Osoppo.
Inoltre, gli Alì Babà possono vantare un terzo posto a Sanremo Rock nel febbraio del 2000, ospitate in diretta su Radio Rai 2, con Fiorello, e Radio DeeJay, con Albertino, e la trasmissione a rotazione pressoché continua di due video su Talent One di Italia 1. Di questi uno, “Odo l’Inverno”, è tratto dal primo, omonimo cd della band, il secondo “Fobia”, dal secondo, intitolato “A noi ci piace” e pubblicato nel 2008 dalla Irma Records, con distribuzione Edel.
Il lavoro, prodotto da Max Busa e registrato in autonomia dalla band, contiene dieci brani più il suddetto videoclip.
Si apre con “Fobia”, appunto, pezzo basato sulle piccole e grandi fobie quotidiane che ci attanagliano, musicalmente impreziosito da un inatteso intermezzo tango. Secondo brano è un classico elettro-reggae del gruppo, un brano in dialetto intitolato “Timpu e malu timpu” (bel tempo e brutto tempo) che si chiude con una coda tipicamente rock. Il terzo brano, “Gira che ti rigira”, mischia atmosfere ska e soul, mentre il quarto, “Amplificato” si sviluppa su linee di roots lento. “Auto che passano” ricama arabeschi pop su base reggae, segue quindi il secondo brano in dialetto del lavoro, “Cu mangia e cu talìa” (chi mangia e chi guarda”, brano in cui il reggae e lo ska si alternano senza soluzione di continuità. “Tutti Artisti” presenta atmosfere reggae e da big band anni ’60, ed è seguito da “Cca si campa d’aria” (qui si campa d’aria), un brano molto spigliato il cui testo è ispirato in parte ad un canto popolare calabrese. Chiude la serie dei brani originali contenuti nel cd “I Topi e il Gatto”, uno ska veloce che racconta delle disavventure di un gruppo di topi e del sacrificio di un topolino, necessario per aprire gli occhi ai propri simili. Decimo e ultimo brano del lavoro è una cover. Il brano riarrangiato dal gruppo è un tradizionale gospel americano, “Go tell it on the Mountains”, qui proposto dalla band in maniera veramente personale, che poco mantiene della versione originale.
Un cd molto vario, come nello stile del gruppo, ma legato dal comune denominatore della solarità, della melodia e della ballabilità, da sempre caratteristiche peculiari della band, con testi ora un po’ più ironici e scanzonati, ora seri e riflessivi, con punte di denuncia sociale e politica.
Cd che può essere acquistato on line al seguente indirizzo: http://www.musicshoponline.it/
Un grande saluto agli Alì Babà, che dire, continuate così che "A NOI CI PIACE"!
Per ulteriori info sul gruppo, visitate www.myspace.com/alibababand



Line up:
Max Busa ( Voce )
Tony Colina ( Basso )
Enzo Tamburello ( Sax )
Peppe Bertolo ( Chitarra )
Filippo Alessi (Percussioni)
Alessandro Mazzola (Batteria)
Pietro Lo Gioco (Tromba)

martedì 10 novembre 2009

Le leggende del Reggae: The Heptones

Leroy Sibbles, Earl Morgan e Barry Llewelyn si unirono in origine sotto il nome di "The Hep Ones" nel 1965 a Kingston, ma presto cambiarono nome in "The Heptones".
Il gruppo collaborò con diversi importanti produttori giamaicani al tempo: dopo un singolo di poco successo con il produttore Ken Lack per la sua etichetta "K Calnek", si spostarono sotto la gestione di Coxsone Dodd per la Studio One. I The Heptones pubblicarono infatti una serie di hit per la Studio One, inizianto da "Fattie Fattie", primo singolo per l'etichetta nel 1966. Questo fu l'inizio di un periodo di successo con Coxsone, con cui seguirono altri singoli come "Pretty Looks Isn't All", "Get In The Groove", "Be a Man", "Sea of Love" (una cover di the Pat Phillips and the Twilights), "Ting a Ling", "Party Time" e "I Hold the Handle".
La band era la principale rivale dei The Techniques, gestiti da Arthur "Duke" Reid, fu furono tra i più popolari gruppi dell'epoca rocksteady. Durante i loro 5 anni al Brentford Road, Leroy Sibbles suonò il basso in diverse sessioni con alcuni artisti assieme a Jackie Mittoo. Tra i brani in cui suonò il bassista spiccano "I'm Still In Love" di Alton Ellis e "Satta-a-Massagana" dei the Abyssinians. Il gruppo rimase sotto la Studio One durante l'era reggae, dove pubblicarono brani come "Message from a Black Man", "Love Won't Come Easy", "I Love You"e una cover di successo di "Suspicious Minds", poi registrarono con Joe Gibbs, Harry J, con il quale incisero i classici "Country Boy" e "Book of Rules" nel 1973, Rupie Edwards (ri-registrarono "Give Me the Right") e con l'ex giornalista Danny Holloway.
Leroy Sibbles migrò in Canada in 1973, ed il gruppo cessò le registrazione, ritornando nel 1976 con "Cool Rasta" e "Night Food", prodotti da Scott "Harry J" Johnston. Questi LP contenevano diverso nuovo materiale, assieme a vecchi pezzi dell'epoca d'oro Studio One.
Nel 1977, la loro carriera subì un'impennata quando iniziarono a collaborare con il produttore Lee "Scratch" Perry, con cui pubblicarono alcuni nuovi singoli (tra cui la cover di Billy Stewart "I Do Love You" sul loro album Justice League pubblicato 5 anni prima), e pubblicarono l'album Party Time, una delle migliori produzioni di Perry, che, registrato allo studio Black Ark, incluse alcuni vecchi brani rivisitati dell'era Studio One, tra cui la cover di Bob Dylan "I Shall Be Released", assieme a nuove tracce tra cui "Sufferers' Time".
Nello stesso periodo, realizzarono una serie di singoli cone Lee Perry, come "Mistry Babylon", "Mr President" (assieme al DJ Jah Lloyd) e "Babylon's Falling". Sibbles lasciò ancora una volta la formazione nel 1977 per dare inizio ad una carriera solista di successo, avendo già inciso come solista il pezzo "Love Won't Come Easy" per Augustus Pablo, oltre ad altri singoli solisti per Lee Perry ("Rasta Fari" e "Garden of Life") e DEB Music di Dennis Brown ("New Song" e "Ain't No Love"). Egli fu sostituito da Dolphin "Naggo" Morris, che aveva registrato "Su Su Pon Rasta" per Joe Gibbs e "You Should Love Your Brother" per King Jammy, ma la popolarità del gruppo calò. Dai tardi anni 70, il loro stile cominciò ad ottenere meno consensi da un pubblico ormai indirizzato sul più militante stile dei rastafari, ed iniziarono ad essere visti come parte della vecchia epoca. Nonostante fossero stati prodotti da Joseph Hoo Kim allo studio Channel One, Good Life nel 1979 risultò un buco nell'acqua, e durante gli anni successivi ottennero poco successo.
Il trio originale di riunì nel 1995, pubblicando il nuovo album Pressure!, prodotto da Tappa Zukie.

Discografia
1967 - The Heptones [aka Fattie Fattie]
1968 - On Top [aka Best Of The Heptones]
1969 - Sweet Talking
1970 - Black Is Black [aka Ting A Ling]
1971 - Freedom Line
1973 - Book Of Rules
1976 - Cool Rasta
1976 - Night Food
1977 - Party Time
1978 - Better Days [aka Observer's Style]
1978 - In Love With You
1979 - Good Life
1980 - Mr Ska Bean'a (Alton Ellis & The Heptones)
1982 - On The Run
1983 - Back On Top
1983 - In A Dancehall Style
1985 - Swing Low
1986 - Changing Times
1987 -A Place Called Love & Changing Times
1995 -Pressure!

lunedì 9 novembre 2009

Reggae nostrano: Marvanza Reggae Sound

Rispetto a tutti voi che amate farvi attorniare solo da vibrazioni positive, in questo appuntamento ormai  fisso con il Reggae di  "Casa Nostra" andremo a conoscere meglio i Marvanza Reggae Sound, un gruppo di Monasterace (RC), che a mio modesto avviso riesce pienamente a sposare le sonorità giamaicane con la nostra cultura, e con ciò che per noi è cult, vedesi la suggestiva reinterpretazione di "Stessa spiaggia stesso mare". Ma andiamo a conoscere le loro di radici:
Le note del Reggae e della Dance Hall fanno da cornice a un quadro i cui soggetti principali sono quattro ragazzi con la passione per la musica: Ivan Lentini, frontman e voce del gruppo, che con il suo vocione diluito nel dialetto calabrese scocca frecce dirette ai colpevoli del malessere che rende il mondo un posto difficile in cui convivere con le altre persone ma, al contempo, disegna le soluzioni per renderlo anche un posto migliore; Marco Lentini, voce e percussioni ma anche jolly del gruppo, che con i suoi movimenti ispirati dal re del pop Michael Jackson fa impazzire le ragazze sotto i palchi e inietta qualche nota di trasgressività negli spettacoli della band; Claudio Chiera, basso e autore di alcuni dei testi, che con le note calde del suo strumento rievoca il sole e il mare della lontana Jamaica e, al tempo stesso, fa aprire gli occhi sulle difficili dinamiche di sopravvivenza di chi vive giorno per giorno nel disagio sociale; e infine Mafalda Gara, voce e sax, che con la sua bravura da il tocco in più alle note accattivanti dei suoi compagni e con la sua bellezza completa questo quadro disarmante per la sua semplicità e per la sua capacità di fotografare il tempo presente in tutte le sue sfumature. Insieme ai Marvanza collaborano poi i musicisti Enzo Nisticò alla batteria, Ilario Musco alla chitarra e Domenico Panetta tastierista e produttore artistico dei Marvanza Reggae Sound.
La loro camminata sotto i riflettori fa sin da subito capire il valore intrinseco della band, che dopo le prime esibizioni viene invitata, il 16 Dicembre 2005, al CLICK di Forlì ad aprire il concerto degli Almamegretta. Anche lontani dalla loro terra i Marvanza hanno dato spettacolo e grande prova di abilità comunicativa, colpendo i presenti soprattutto con la loro musica e le loro parole. Dopo questa esperienza i MRS hanno dato prova di tutto il loro carattere musicale anche ad uno degli eventi musicali più importanti della Calabria: il concerto del Primo Maggio a Locri nel 2006, dove, ancora poco conosciuti, hanno conquistano i diecimila presenti in piazza condividendo il palco con artisti del calibro di Francesco Baccini. Al festival Kalabria Elettrika i MRS danno ancora prova del loro valore, al fianco di artisti come Mario Venuti, Niccolò Fabi e Turi. Partecipano inoltre al Salento Showcase 2007 esibendosi prima di artisti come PapaLeu, RankinLele e Marina e prima di Terron Fabio e Nandu Popu dei Sud Sound System. Ma le esibizioni importanti continuano, nonostante il duro lavoro in sala di registrazione per preparare il loro primo album: dopo l'uscita del loro primo singolo, distribuito in tutta la Calabria e in Sicilia con la rivista “In Scena”, i MRS partecipano anche al Coca Cola Summer Village a Soverato, come ospiti principali della serata. La loro grinta ha catturato le attenzioni della Sonny Boy Management e della Self, etichetta numero uno nella distribuzione indipendente italiana, che hanno congiunto il loro lavoro per “Frontiere”, primo album della band, contenente 12 pezzi scritti dai quattro MARVANZA con la supervisione di Domenico Panetta.
All'interno del cd anche un pezzo d'eccezione: “Stessa spiaggia stesso mare”, canzone già interpretata da Mina e Vinello e reinventata dai Marvanza con la collaborazione straordinaria del tastierista de Le Orme Michele Bon, versione/tormentone dell'estate 2009 in tutte le radio locali e nazionali.
La presentazione dell'album, avvenuta il 12 giugno 2009 nel loro paese di origine, ha riempito ogni angolo del lungomare e ha coinvolto anche Studio 54 network, l'emittente radiofonica numero uno in Calabria, e il comico Gianni Cinelli, in arte Ganjaman, con il quale i Marvanza hanno dato vita al Cabareggae, uno spettacolo più volte proposto durante l'estate 2009 in cui le note reggae e la comicità si mescolano in un evento imperdibile.
 Dopo la presentazione del disco, dunque, la band ha iniziato un tour ricchissimo di date e, soprattutto, di eventi importanti, durante i quali si sono rivelati protagonisti assoluti: è così che hanno preso parte il 4 luglio 2009, come ospiti d’eccezione per la Calabria, all' XFactor Casting Tour a Catanzaro Lido, dove, acclamatissimi, hanno condiviso il palco con artisti gli Sugarfree. Sempre a luglio sono stati ospiti dello spettacolo “Insieme si può”, accanto ai comici di Zelig e Colorado Cafè, per poi partecipare, sorprendendo i presenti, al Reggae Train SunFest 09 a Catanzaro Lido, dove hanno fiancheggiato l'artista Giamaicano Mr Vegas. Ma i Marvanza hanno anche partecipato alla notte bianca di Rizziconi, dove tra gli applausi di circa 50.000 spettatori sono stati richiamati, dopo la loro esibizione, a tornare sul palco per riproporre la gettonatissima “Stessa Spiaggia Stesso Mare”. Qui hanno condiviso il palco con J Ax, Marco Masini, Luca Di Risio e altri artisti. Stesso successo anche a Torre Ruggero, dove hanno fiancheggiato Ivana Spagna e Gatto Panceri, nonché a Catanzaro, dove durante la notte piccante hanno calcato un palco dove già si erano esibiti gli Sugarfree. Un'ulteriore conferma del loro valore, inoltre, è stata l'apertura del concerto de Le Orme, band storica del panorama musicale italiano, che si sono esibiti ad Acquaro.
Un'estate piena di impegni, dunque, durante la quale hanno raccolto l'approvazione di un pubblico variegato e di molti artisti, fino alla loro presenza in Sardegna a Narbolia. La voglia di fare musica a la puntuale consapevolezza sul particolare momento storico vissuto dalla loro terra natale è stato il deterrente per far esplodere una vera e propria rivoluzione culturale.

Sfruttando i palchi dove si esibiscono i MARVANZA REGGAE SOUND si sforzano di rompere con la loro musica un silenzio che, soprattutto tra i giovani, appare disarmante, decidendo di dire no alla violenza e al degrado sociale. Nei loro testi si alternano le grida di protesta di un’intera terra e l’attenzione verso tematiche sociali di indubbia importanza: il fil rouge che lega le loro canzoni è la voglia di cambiare il mondo, un mondo in cui le ingiustizie sociali e la repressione sembrano negare il rispetto per la persona in quanto tale. Nonostante questi temi duri, i MRS mixano nelle loro canzoni ironia e riflessione, unendo l’italiano e il dialetto di uno dei tanti paesini della calabria come Monasterace al reggae muffin e alla dance hall. È un pretesto per parlare dei problemi che affliggono un mondo governato “dalle sporche mani nere”, come loro stessi descrivono nelle loro canzoni le dinamiche di potere, da uno stato che non si interessa alle nostre terre e al nostro sviluppo economico.
Ahh in fondo che bello il "nostro sud", Amici della musica a levare, il mare, il sole, il reggae!
Un saluto ai MARVANZA REGGAE SOUND  con un richiamo...Voi ci mettete il Reggae e noi...ce lo godiamo con voi!
Potete visitare i MARVANZA REGGAE SOUND  su:
Per contatti:

Le leggende del Reggae: Beres Hammond


Beres Hammond nasce nel 1955 ad Annotto Bay nella costa nord della Giamaica ma non lontano da Kingston nei dintorni di cui la sua famiglia si trasferisce durante la sua infanzia. Registra il suo primo brano ancora adolescente e dopo aver vinto un concorso canoro per dilettanti organizzato dal noto sound system Merritone Disco decide di cercare la via del successo come cantante. Nel 1975 diventa il cantante della band Zap Pow: questa band molto attiva negli anni settanta sia come backing band di altri artisti sia come live act nel circuito degli alberghi della cost nord giamaicana ha una opportunita’ da giocarsi attraverso un contratto con la Island. Beres canta le canzoni dell’ottimo album omonimo del 1977 ma purtroppo la scarsa promozione fa fallire il progetto. L’incontro con Willie Lindo fa di Beres un delicato e raffinato ballader: questa vena e’ testimoniata dal suo debutto su album ‘Soul reggae’ e da vari successi di quel periodo. Nei primi anni ottanta l’artista fonda la sua etichetta Harmony House e torna al successo con brani come ‘Groovy little thing’, ‘What a dance can do’ e ‘She loves me now’ nel periodo in cui incominciano ad essere introdotti timidamente i ritmi digitali nel panorama del reggae giamaicano. A cavallo tra questo decennio ed il successivo si prende un periodo di pausa, seguito dal suo incontro con Donovan Germain per cui registra nel 1990 ‘Tempted to touch’ che diviene il suo maggior hit ed il brano che lo consacra definitivamente.
Negli anni successivi Beres costruisce il suo mito attraverso una mole impressionante di lavoro, dagli splendidi CD prodotti da Penthouse, Startrail o Xterminator ai numerosi duetti con tutti i maggiori artisti, primi tra tutti i suoi compagni di scuderia a Penthouse Buju Banton, Marcia Griffiths, Cutty Ranks o Tony Rebel. Gli ultimi suoi tre albums ‘Love from a distance’, ‘A day in the life’ e ‘Music is life’ sono dei capolavori del reggae contemporaneo e nel 2003 la VP gli dedica il doppio CD antologico ‘Can’t stop a man’. Beres non si ferma mai e realizza ottimi singoli di artisti come Jah Cure, Morgan Heritage, Ginja, Sugar Black & Lebankulah, Maxi Priest e VC tra i tanti come produttore sulla sua Harmony House, una delle etichette migliori della attuale scena giamaicana. All’inizio del 2001 migliora le sue condizioni di lavoro con la costruzione del suo studio stabilito proprio a casa sua: i risultati di questo miglioramento sono i suoi ultimi singoli e soprattutto il suo nuovo CD Love has no boundaries appena uscito.

Discografia
1977
Soul Reggae
1981 
Just A Man
1983
Coming At You
1982
 Let's Make a Song
1986
Beres Hammond
1987
Live & Learn Present B.H.
1988
Have A Nice Weekend
1989
Putting Up Resistance
1990
Just A Vibe
1992
A Love Affair
1993
Full Attention
Sweetness
1994
In Control
1996
Love From A Distance
1997
Getting Stronger
1999
Collectors Serie
2000
Reggae Max
Forever Yours
1998
A Day In Life
2001
Music is life
Beres Hammond & Friends
2003
Anthology: Can't Stop A Man
2004
Love Has No Boundaries

Le Leggende del Reggae: Burning Spear


Burning Spear, pseudonimo di Winston Rodney, nativo come Bob Marley e Marcus Garvey della St. Ann's Bay, è considerato uno degli artefici del reggae. Come molti altri artisti reggae, Burning Spear è noto per i suoi messaggi a favore del movimento rastafariano.
Il suo stile vocale è inconfodibile, aggiungendo ai lamenti un pizzico di malinconia in quasi tutte le sue canzoni, una tra tutte Get Ready.
Burning Spear (Lancia Fiammeggiante) che ha preso in prestito il nome di battaglia da Jomo Kenyatta, leader dell'indipendenza del Kenya, esordisce nel 1969 con il singolo Door Peer, prodotto da Coxsone Dodd.
Winston Rodney crede nella funzione di proselitismo religioso,e di riscatto sociale della musica reggae. La collaborazione con Dodd durerà fino al 1974, e il risultato sarà raccolto nei due album Studio One present Burning Spear (Studio One, 1973) e Rocking time (Studio One, 1974).

Discografia
1973 - Studio One Presents Burning Spear
1974 - Rockin' Time
1975 - Marcus Garvey
1976 - Man in the Hills
1976 - Garvey's Ghost
1977 - Dry & Heavy
1978 - Marcus' Children
1980 - Social Living
1980 - Hail H.I.M.
1982 - Farover
1983 - The Fittest of the Fittest
1984 - Resistance
1986 - People of the World
1988 - Mistress Music
1989 - Live in Paris: Zenith '88
1990 - Mek We Dweet
1992 - Jah Kingdom
1993 - The World Should Know
1995 - Rasta Business
1997 - Selection: The Fittest
1997 - Appointment With His Majesty
1999 - Calling Rastafari
1999 - Living Dub, Vol. 4
2003 - Jah No Dead
2003 - Freeman
2004 - Travelling
2005 - Our Music
2008 - Jah Is Real
Album Live
1977 - Live
1994 - Love and Peace: Burning Spear Live
2002 - Live at the Montreaux Jazz Festival 2001
2005 - Live in South Africa 2000
2006 - (A)Live in Concert
Raccolte
2008 - The Best of Burning Spear

domenica 8 novembre 2009

Le leggende del Reggae: Horace Andy


Horace Keith Hinds nasce ad Allman Town, un quartiere di Kingston. Il cugino Justin Hinds, famoso per aver fondato negli anni 60 il gruppo The Dominoes, lo introduce nel mondo della musica reggae.
Nel 1967, a 16 anni, registra il suo primo singolo con il produttore George Phil Pratt. Dal 1970 inizia la sua collaborazione con l'etichetta Studio One di Clement "Coxsone" Dodd, il quale per non farlo confondere dal pubblico con il cugino, già noto, gli suggerisce di farsi chiamare Horace Andy. Raggiunge la notorietà nel 1972 con il singolo Skylarking.
Dopo l'esperienza a Studio One, Horace Andy collabora con molti dei maggiori produttori giamaicani dell'epoca: Bunny Lee, Augustus Gussie Clarke, Leonard Santic Chin, Keith Hudson, Derrick Harriott, Winston Holness (Aka Niney The Observer), King Tubby e Prince Jammy.
Nel 1973 realizza il suo secondo album, prodotto da Bunny Lee: You are my Angel (su etichetta Trojan).
Del 1977 è invece uno dei suoi album più famosi: "In the Light", registrato per l'etichetta Hungy Town di Everton Da Silva. Questo album, da tempo non più reperibile sul mercato, è stato ristampato su CD dall'etichetta inglese Blood and Fire nel 1995, accompagnato dall'intero disco dub (In the Light Dub).
Dopo la brillante carriera giovanile, per molti anni Horace Andy era stato quasi completamente dimenticato dal grande pubblico: il suo "nuovo" successo ha preso avvio a seguito della collaborazione avuta nei primi tre dischi del gruppo inglese trip hop Massive Attack, nella prima metà degli anni 90. In Blue Lines, primo album dei Massive Attack, del 1991, Horace Andy canta 3 canzoni: One Love, Five Man Army e Hymn of the Big Wheel. In Protection, disco del 1994, Horace Andy canta 2 canzoni: Spying Glass e Light My Fire (cover dell'omonimo brano dei The Doors). In Mezzanine, del 2006, canta Angel, Man Next Door ed Exchange.
Complici anche il ritorno nel reggae alle sonorità degli esordi (il cosiddetto roots reggae) e l'intensa attività di riscoperta e di ripubblicazione di veri e propri capolavori della musica reggae intrapresa da alcune etichette quali Blood and Fire e Pressure Sounds, la carriera di Horace Andy ha un nuovo impulso portandolo a incidere nuovi dischi e ad esibirsi dal vivo in tutto il mondo, Italia compresa.
Famoso per il suo particolare e riconoscibilissimo stile vocale, il falsetto, è un fedele devoto della dottrina rasta e molte delle sue canzoni trattano temi religiosi e di giustizia sociale. Tra i brani più famosi ricordiamo You are my Angel, Skylarking, Problems, Money Money, Government Land.

Discografia
1969 
Skylarking
1973 
You Are My Angel
1974
Get Wise
1974
The Kingston Rock (aka Earth Must Be Hell), Horace Andy, Winston Jarrett & The Wailers
1977
In The Light
In The Light Dub
1978 
Natty Dread A Weh She Want
1979 
Pure Ranking
1980
Showcase
Unity Showcase, Horace Andy & Errol Scorcher
1982
In A Rub A Dub Style, Bim Sherman Meets Horace Andy And U Black
Exclusively Horace Andy
1983
Dance Hall Style
1985
Reggae Superstars Meet, Dennis Brown & Horace Andy
Confusion
Clash Of The Andys, Horace Andy & Patrick Andy
Elementary, Horace Andy & Rhythm Queen)
1987
Everyday People
Haul And Jack Up

Download: Nuove playlist Novembre 2009



New November 2009 [1]
50 Cent Ft Eminem – Psycho
Baby Chris – Rucum Cum
Bounty Killer – Badda Than Dem
Bounty Killer – Bore Tongue Fag
Busy Signal – Closer
Collie Buddz – Herb Tree (Luke Rich Remix)
Darnella Simmons – No Waiting (On The Ramajay Riddim)
Mavado – Gal Ova Gun
Mavado Ft Flexx – Gully Christmas
Ricardo Ft Patrice Roberts – Nah Leaving
Superadonai – 6 Is The Number Of Man
Superadonai – Holy Immanuel I
Torch – Love Zone (Pen Pal Riddim)
Veersewild – Hammering
Vybz Kartel – Baby Thats The Reason
Vybz Kartel – Nuh Bore Tongue (Boxing Day Riddim) Bounty Killer Diss
Vybz Kartel – Tru Mi Say GoGo (Go Go Club Riddim Part 2)
Vybz Kartel Ft Maxwell – Bun Fi Bun

DOWNLOAD: http://www.mediafire.com/download.php?nm5ydmyji2d

New November 2009 [2]
Aidonia – Rifle Ah Bark (DJ Aristo T Kill Us All Remix)
Aidonia Ft Twista – Rifle Kills Us All (DJ Aristo T Kill Us All Remix)
Chino Ft Alaine – Me & You (Instrumental)
Chino Ft Alaine – Me & You

DOWNLOAD: http://www.mediafire.com/download.php?zvmnwqj2um2

New November 2009 [3]
Vybz Kartel – Money Loves Me
Deva Bratt – Nymphomaniac
Blak Ryno ft Shawn Storm – A Di Same Gal
Brasco Ft Serani – Money Train
Jah Vinci – I Got Sunshine
Gappy Ranks – Ball Out
Tifa – So Good To Be Me
Vybz Kartel – Baby Thats The Reason
Elephant Man – Rubba Bounce
Popcaan – Jingle Bell
Kibaki – If You Want Love
Mr. Vegas – Prezident
Laden – Love You Mom
Vybz Kartel – Buy Yuh A House
Lisa Hype – Proud Of My Bleaching
Vybz Kartel – Motocyclist
Gaza Kim – I love You
Vybz Kartel – True Me Say Go Go
Vybz Kartel ft Maxwell – Bun Fi Bun
Vybz Kartel – Brace Of Mi Life
Vybz Kartel – Cant Get Over Me

DOWNLOAD: http://8fc43718.linkbucks.com/url/http://sharefileupload.com/files/VFQK8KH7/Dancehall_Singlez_2K9_CD_24_Pt.1-UME.zip

Download: The Biggest Reggae One-Drop Anthems (2006)




Tracks CD 1:
01. Marlon Asher – Ganga Farmer
02. Perfect – Nuh Badda Mi
03. Chuck Fender – Gash Dem
04. Mr. Vegas – Do You Know
05. Gyptian – Sensi
06. Fantan Mojah & Jah Cure – Nuh Build Great Man
07. Bitty McLean – The Real Thing
08. Alaine – Heavenly
09. Richie Spice – Open the Door
10. Alborosie – Herbalist
11. Bescenta – Holy Words
12. Gyptian – Beautiful Lady
13. Jah Cure – What Will It Take
14. Fantan Mojah – No Mercy
15. Anthony B. – How Do You Feel
16. Sizzla – One Love
17. Ras Shiloh – This Generation
18. Bounty Killer – Gangster Love
19. Lutan Fyah – Equal Share
20. Natural Black – Never Quit
Tracks CD 2:
01. Chuck Fender – Freedom of Speech
02. Chezidek – Inna di Road
03. Gyptian & Dwayne – Rude Boy Shufflin
04. Bescenta – Special Night
05. Fantan Mojah – Jah Time
06. Richie Spice – Brown Skin
07. Alaine – Jah Jah Cry
08. Jah Mason – Couple Chalice a Day
09. Sizzla – Chant Dem Down
10. Ras Shiloh – Rastaman Up in The Hills
11. Natural Black – Life Be the Same Way
12. Lukie D & Gentleman – Safe & Secure
13. Bescenta – Don’t Be a Fool
14. Gyptian – Rise and Live
15. Norrisman & Lutan Fyah – After All
16. Anthony Cruz – Halfway Tree
17. Natural Black – Nice It Nice
18. Courtney John – When You Say
19. Sizzla – Show a Little Love
20. Lutan Fyah – Phantom War

DOWNLOAD:
http://rapidshare.com/files/288874734/VATheBiggestReggaeOneDropAnthems2006byRiciu.rar

Gregory Isaacs: Night Nurse

Splendido brano di Gregory Isaacs tratto dall'omonimo album del 1982.

Download: Max Romeo-Perilous times


MAX ROMEO: Perilous times
01 - Wha yu ago till Jah seh
02 - Tell the people the truth
03 - Wake up Jah people
04 - Perilous Time
05 - Perilous Version
06 - Marching
07 - City without pity
08 - Homeward Bound
09 - Hurting end
10 - Somebody sadding your horse
11 - Same Picture
12 - I wanna be there
DOWNLOAD: http://www.badongo.com/file/16684308

giovedì 17 settembre 2009

Le leggende del Reggae: Israel Vibration


Gli Israel Vibration sono un trio di reggae, originario di Kingston, Jamaica, composto da Lascelle "Wiss" Bulgin, Albert "Apple Gabriel" Craig, e Cecil "Skeleton" Spence. Benché i tre membri del gruppi fossero affetti da poliomielite, sono diventati uno dei gruppi roots più di successo formatosi in Jamaica alla fine degli anni '70. Il trio si conobbe in un centro di riabilitazione. Ognuno però prese una strada diversa, in quell'occasione. Ognuno si convertì al Rastafarianesimo, successivamente. Si riunirono a Kingston formando un gruppo vocale. Il finanziamento per il loro primo album arrivò dai Twelve Tribes of Israel dopo che Hugh Booth, un membro dei Twelve Tribes, li sentì cantare in un prato fuori Kingston. Apple e Wiss avevano infatti trovato sistemazione nella zona.
Gli Israel registrarono tre album: The Same song, Unconquered people e Why you so craven prima di sciogliere temporaneamente la band nel 1981. Nel frattempo avevano accumulato registrazioni incomplete che avrebbero usato per il futuro. Si spostarono in USA per seguire cure professionali. Nel 1988, Gary "Dr. Dread" Himmelfarb, fondò la RAS Records, richiamando i tre in studio per la registrazione di un album. Skelly, Apple, e Wiss volarono a Washington, D.C., per registrare l'album al Lion and Fox Recording Studios. Strength of my life fu il quarto album e il primo dei 18 CD rilasciati per la RAS. Il loro lavoro riscontrò pareri favorevoli ed è considerato uno dei migliori lavori successivi all'era d'oro del roots reggae.
Nel 1997, Dr. Dread dichiarò che Apple Gabriel stava per lasciare il gruppo per seguire una carriera da solista. Nel 1999 esce Pay the Piper, album che dimostra tutta la bravura di quello che a quel punto era un duo; il video del brano Hard Road fu visto in 3900 blockbuster durante il mese di gennaio 2000. L'album Jericho, uscito il 16 maggio 2000, è considerato uno dei migliori lavori del gruppo.
Skelly e Wiss continuano a registrare album e girare il mondo come Israel Vibration, sostenuti dal gruppo dei Roots Radics.

Discografia
The Same Song (1978)
Unconquered People (1980)
Why You So Craven (1981)
Strength of My Life (1988)
Praises (1990)
Dub Vibration: Israel Vibration in Dub (1990)
Forever (1991)
Vibes Alive (1992)
IV (1993)
I.V.D.U.B. (1994)
On the Rock (1995)
Dub the Rock (1995)
Israel Dub (1996)
Free to Move (1996)
Live Again! (1997)
Pay the Piper (1999)
Jericho (2000)
Dub Combo (2001)
Live & Jammin (2003)
Fighting Soldiers (2003)
Stamina (2007)

mercoledì 16 settembre 2009

Le leggende del Reggae: Bunny Wailer

Neville O'Riley Livingston meglio conosciuto con gli pseudonimi di Bunny Wailer o Bunny Livingston (Kingston, 10 aprile 1947) è un cantante e percussionista giamaicano, ex membro del gruppo The Wailers con Bob Marley e Peter Tosh.
Solitamente nel trio, date le minori capacità vocali, era quello che cantava di meno. Quando però Bob Marley lascia la Giamaica per il Delaware nel 1966, rimpiazzato da Constantine "Vision" Walker, comincia a cantare e registrare come voce principale del gruppo scrivendo anche canzoni come Who Feels It Knows It, I Stand Predominant e Sunday Morning. In questo periodo la sua musica è molto influenzata dal gospel e dal soul di Curtis Mayfield. Nel 1967 registra This Train, la prima canzone basata su un coro gospel registrata per lo Studio One.

Mentre, verso la fine degli anni 60, i Wailers cambiano continuamente produttore, Bunny ritorna ad essere sottoutilizzato, sia come cantante che come scrittore, cantando solo pochi versi in canzoni come Riding High o Keep On Moving, prodotte da Lee Perry. Nel 1973 ogni membro dei Wailers fonda un'etichetta, Marley la Tuff Gong, Tosh la H.I.M. Intel Diplo e Livingstone la Solomonic. In quel periodo canta come voce principale in Reincarnated Souls, un b-side del trio con la Island Records e in Pass it On e Hallelujah Time, due tracce presenti su Burnin', album del trio sotto Tuff Gong. Nello stesso tempo registra alcune tracce, come Bide Up, Arab Oil Weapon e Life Line, per la sua etichetta.

Dopo Burnin' i Wailers vanno in tour negli Stati Uniti ed in Inghilterra, nonostante Livingstone sia abbastanza rluttante a lasciare la Giamaica. Con il successo internazionale del gruppo lui e Peter Tosh vengono oscurati da Bob Marley, su cui si concentra quasi tutta l'attenzione. Dopo il tour Bunny lascia il trio e comincia la sua carriera solista.

Dopo aver lasciato i Wailers Livingstone focalizza maggiormente la sua produzione sul lato spirituale, cominciando a identificarsi nel movimento rastafari. Registra brani soprattutto del genere roots reggae, con testi politicamente e religiosamente affiliati al movimento. L'album Blackheart Man è un ottimo esempio del suo roots reggae, ma sperimenta anche altri generi come la disco nell'album Hook Line & Sinker e successivamente la dancehall apolitica, riscuotendo un buon successo.

Nel 1990, 1994 e 1996 vince il Grammy Award come Best Reggae Album.


Discografia

Album con i The Wailers
The Wailing Wailers (1965) Studio One
Soul Rebels (1970) Upsetter Records/Trojan Records
Soul Revolution (1971) Upsetter Records/Trojan Records
Soul Revolution Part II (1971) Upsetter Records/Trojan Records
The Best of The Wailers (1971) Beverley's
Catch a Fire (1973) Tuff Gong
African Herbsman (1973) Upsetter Records/Trojan Records
Burnin' (1973) Tuff Gong

Album solista
Blackheart Man (1976) Island/Solomonic
Protest (1977) Island/Solomonic
Struggle (1978) Solomonic
Dubd'sco vol.1 (1978) Solomonic
In I Father's House (1979) Solomonic
Dubd'sco vol.2 (1981) Solomonic
Rock 'n' Groove (1981) Solomonic
Sings the Wailers (1981) Island/Solomonic
Tribute (1981) Solomonic
Hook Line & Sinker (1982) Solomonic
Roots Radics Rockers Reggae (1983) Shanachie
Marketplace (1985) Solomonic
Live! (1986) Solomonic
Rootsman Skanking (1987) Shanachie
Liberation (1988) Shanachie
Time Will Tell: A Tribute to Bob Marley (1990) Shanachie
Gumption (1991) Shanachie
Just Be Nice (1993) RAS
Hall of Fame: A Tribute to Bob Marley (1996) RAS
Communication (2000) Solomonic/Tuff Gong
Rule Dance Hall (2002) Shanachie
World Peace (2003) Solomonic
Dance Massive Shanachie

Compilations Retrospective (1995) Shanachie
Winning Combinations: Bunny Wailer & Dennis Brown (2002) Universal Special Products (con Dennis Brown)
Crucial Roots Classics (2005) RAS
The Wailers Legacy (2006) Solomonic (Bunny Wailer & The Wailers)

Videografia Live (2005) Video Music, Inc.

Premi e riconoscimenti
1990: Time Will Tell: A Tribute to Bob Marley vince il Grammy Awards come Best Reggae Album
1990: Time Will Tell: A Tribute to Bob Marley arriva al nono posto nella Billboard Top World Music Chart
1991: Gumption arriva al decimo posto nella Billboard Top World Music Chart
1994: Crucial! Roots Classics vince il Grammy Awards come Best Reggae Album
1996: Hall of Fame: a Tribute to Bob Marley's 50th Anniversary vince il Grammy Awards come Best Reggae Album

Bob Marley - Burning and Looting tonight

giovedì 3 settembre 2009

Automatic Riddim

Automatic Riddim (Reggae) 2009
01. Bunny Rugs - Its You
02. Marcia Griffiths - Love Is Automatic
03. Daville - Tonight Is Yours
04. Peetah Morgan - Bye Bye
05.Torch - Treat Her Like A Lady
06. Red Foxx - My Baby
07. Richie Spice - Jah Never Let Us Down
08. Spanner Banner - Rolling Stone
09. Snatcha - Love Boat
10. Conkarah - Rude Boy Love
11. Marcia Griffiths Ft Busy Signal - Keeping It Real
12. Romain Virgo - Love Doctor
13. Mojo - River Nile
14. Version - Automatic Riddim
Download: Zshare Mega Upload
Password: 4n3nn

mercoledì 15 luglio 2009

Medallion Riddim

Medallion Riddim Version




Klem, Ayavah, Iron Leg-Korozifprod (Fra) Medallion Riddim

lunedì 6 luglio 2009

"We love Volcanos" Vulkanu Ka Sona Birthday

La crew di Vulkanu Ka Sona compie 5 anni! E vuole offrire a tutti i suoi amici una serata di allegria, musica e buone vibrazioni, alle pendici di "Mamma Etna" nel magico giardino di Attraversamente.
L' ingresso sarà rigorosamente free, i prezzi del bar ultrà popolari, e fino alle 22:30 si beve GRATIS !!!
Alla consolle si alterneranno tantissimi ospiti della scene musicale catanese! NON MANCATE!!!!

giovedì 2 luglio 2009

Reggae nostrano: Amici di Pina

Gli Amici di Pina nascono nel Dicembre 2004, a Nicosia, entroterra siciliano. Un territorio da cui la band attinge storie ed emozioni, dipinte nei testi e nella trama sonora. Montagne e ulivi non sono certo il contesto ideale in cui sviluppare un suono in levare, eppure il reggae è uno stile che qui è divenuto anche un’attitudine, curiosamente attecchita. Ska-Reggae, proprio così, è questo il genere in cui si muovo i 7 componenti del gruppo: batteria, basso, percussioni, voce, chitarra e tastiere. Il successivo ingresso della fisarmonica modifica lievemente la classica struttura del suono caraibico, conferendole un sapore etnico-mediterraneo. L’insieme rimanda alla quotidianità divertita di impareggiabili grigliate (Reggae da tabbona), improbabili ‘fuitine’ (Rosa patosa), alla voglia di uscire fuori verso mete immaginarie ma non per questo meno reali (Senza limiti). Il piglio è ironico, la scena è irrinunciabilmente quella siciliana, valorizzata nei suoi aspetti positivi; non manca tuttavia qualche lieve critica alla realtà del piccolo centro di provincia che non offre ai giovani possibilità di svago e lavoro. Il debutto di fronte al pubblico per gli Amici di Pina avviene nell’ Agosto 2005 durante il “Germinal Sound Contest” una rassegna musicale per gruppi emergenti tenutasi a Nicosia. Successivamente la band si esibisce nei paesi del circondario, sui palchi di locali e piazze. Memorabile rimane la “Notte bianca nicosiana”, dove la band si affianca a gruppi come Trinakriù, Kebana crew, Ipercussonici e Mimmo & RTC. Nel Giugno del 2006 gli Amici di Pina approdano a Catania, per la rassegna “Notte d’estate”, tenutasi al Monastero dei Benedettini. Tra le date più recenti, merita un cenno particolare, il Sound Festival tenutosi a Nicosia, a Marzo 2007, dove la band, con il brano Grattatesta, si aggiudica il primo premio tra quattordici band partecipanti. Ad assegnarlo una giuria tra i cui componenti troviamo il maestro Di Vita (batterista della band di Carmen Consoli e della band di Samuele Bersani), un rappresentante dell’accademia di Mogol e vari produttori discografici. A questo punto la band decide di fissare su un album i sette brani fin qui prodotti. L’esordio dal titolo omonimo viene registrato dall’etichetta “Rockascina” e prodotto artisticamente da Marco Di Dio (Alibabà, Mimmo & RTC). In estate parte il tour di presentazione, con tappe Siracusa, Catania ed Enna. Tra gli ultimi riconoscimenti impotanti davanti al pubblico ricordiamo il “Musicateneo”, manifestazione organizzata dall’Università di Catania lo scorso settembre, il “Macondo Sound Contest” di Mazzarino, e a Gennaio 2008 l’esibizione al Krossower di Scordia a Febbraio l’intervista in diretta su sky oasi tv e presentazione live del pezzo grattatesta,e a Marzo intervista su webitaliaradio e partecipazione al barrique contest ed assegnazione del primo premio che li vedra partecipare al suburban live set (importante festival musicale che si ripete ogni anno ai mercati generali di catania con la presenza di ospiti abbastanza blasonati e tante altre sono le date che non stiamo qua a citare . Il Reggae dell’amuri, Rosapatosa e Gratta testa sono stati trasmessi su Radio Studio 2,webitaliaradio,radio zammù e Radio kisskiss.


Sito

Le leggende del Reggae: Ken Boothe

Nato nel 1948 a Denham Town, Kingston, ha iniziato come cantante sin da giovanissimo in duo con Stranger Cole ai tempi dello ska. Risalgono infatti al biennio 1963-65 i loro primi successi come ‘Artibella’, ‘World’s fair’, ‘Hush’ e ‘All your friends’. Con il passaggio dallo ska al rocksteady emerse la calda e profonda vena soul di Ken che registro’ materiale straordinario per Studio One tra cui grandissimi brani come ‘The train is coming’, ‘I don’t want to see you cry’, ‘Puppet on a string’ e ‘Moving away’. Acclamato come uno dei migliori cantanti del suo tempo Ken collaboro’ con la produttrice Sonia Pottinger per un ottimo hit come ‘Say you’ nel 1968. Pur lavorando con altri produttori ed incidendo un buon numero di brani, all’inizio degli anni settanta questo cantante entro’ a far parte della scuderia di Leslie Kong arrivando nelle zone alte delle classifiche giamaicane con ‘Freedom street’ e ‘Why baby why’. Oltre che dalla sua voce favolosa ed a doti interpretative superlative il suo successo in quegli anni e’ dovuto anche al suo bell’aspetto che ne fa un beniamino del pubblico femminile anticipando il successo di cantanti confidenziali come per esempio Gregory Isaacs. Oltre a collaborazioni con produttori come Herman Chin-Loy, Randys, Bunny Lee, Keith Hudson e Phil Pratt, si lega artisticamente per un certo periodo al cantante BB Seaton registrando un album sotto il nome di The Messengers. Il suo successo piu’ clamoroso arriva comunque nel 1974 con ‘Everything I own’, prodotta da Lloyd Charmers: la popolarita’ di questo brano esce dai confini degli appassionati di reggae ed arriva addirittura in testa alle classifiche pop inglesi nello stesso anno. Lo stesso brano arrivera’ nuovamente in cima alle classifiche negli anni ’80 riproposto dai Culture Club. Nel 1975 Ken Boothe torna nelle classifiche pop in UK grazie a ‘Crying over you’ che arriva all’undicesimo posto. Come tanti altri cantanti Ken stenta a trovare il successo negli anni successivi a causa di un frenetico cambio generazionale che porta alla luce decine e decine di altri cantanti piu’ giovani. Continua comunque a registrare musica ed ad esibirsi fino ai giorni nostri in cui la sua voce vellutata e’ rimasta praticamente quella di sempre.


La discografia

Mr. Rock Steady - (1968)
Freedom Street - (1971)
Black Gold and Green - (1973)
Let's Get It On - (1973)
Blood Brothers - (1975)
Live Good - (1978)
Who Gets Your Love - (1978)
Talk to Me - (1989)
I'm Just a Man - (1994)
Natural Feeling - (1995)
Rock on Love - (1995)
Acclaimed - (2000)
Crying Over You - (2001) - compilation album
You're No Good - (2003)

Sito

mercoledì 1 luglio 2009

Free Download: Bob marley and The Wailers – Rebel Music (1986)


Una Bella e suggestiva raccolta di Bob Marley, uscita dopo il grande successo riscosso dalla raccolta "Legend".






1. Rebel Music (3 OClock Roadbloc (6:41)
2. So Much Trouble In The World (4:00)
3. Them Belly Full (But We Hungry (3:13)
4. Rat Race (2:51)
5. War No More Trouble (Live) (5:44)
6. Roots (3:44)7. Ride Natty Ride (3:51)
8. Crazy Baldhead (3:11)
9. Get Up Stand Up (Live) (6:37)
10.Wake Up And Live (Parts 1 And (6:40 )
DOWNLOAD:
Click Here

Le leggende del Reggae: Gregory Isaacs

Gregory Isaacs, soprannominato Cool Ruler o Lonely Lover, nasce a Kingston il 15 luglio 1950, negli anni ‘70 si è affermato come uno dei più prolifici e popolari cantanti in Giamaica. Ha pubblicato numerosi singoli auto-prodotti con la sua etichetta African Museum, formata nel 1973 con Errol Dunkley. Molte produzioni di Isaacs rivelano il tema delle radici del reggae, ma egli era ugualmente propenso a comporre materiale rock più tradizionale.
I suoi brani di successo includono "My Only Lover", "Sinner Man" e "Mr. Cop". Con l'etichetta GG e il produttore Alvin Ranglin ha prodotto hit come "Border" e "Number One". Molti considerano che la sua migliore musica è stata prodotta negli anni 70, con canzoni come "Slave Master" dall'album Mr Isaacs (1977), "Love is Overdue" e "Loving Pauper".
Passò poi all'etichetta Virgin Records, poi Charisma Records alla fine degli anni 70 e il materiale di questo periodo gli diede fama internazionale. Canzoni come "Soon Forward", "If I don't Have You" e "Let's Dance" sono spesso ripubblicate in compilation di quel periodo.
Poi Isaacs sottoscrisse un contratto con la Island Records, con la pubblicazione degli album Night Nurse (1982), probabilmente il disco più famoso tra i fan internazionali di reggae, e Out Deh! (1983). Problemi personali lo afflissero alla fine del contratto. Il suo brano al ritorno nel 1988, "Rumours" era popolare con i giovani fan di reggae e con coloro che ascoltavano la sua musica dagli anni 70.
Nel 1990 l'etichetta African Museum ha continuato a produrre tutta la musica di Isaacs, e quella degli artisti da lui prodotti. Nel 1997 i Simply Red realizzarono una cover di Night Nurse e ebbero grande successo. Isaacs nei primi anni 2000 continua a registrare e a suonare dal vivo, nel 2005 Lady Saw ha prodotto un'altra versione di Night Nurse.

La discografia

In Person (1975)
Extra Classic (1976)
Mr Isaacs (1977)
The Best Of Vol. 1 (1977-78)
Cool Ruler (1978)
Soon Forward (1978)
Lonely Lover (1980)
More Gregory (1981)
The Best Of Vol. 2 (1981)
Night Nurse (1982)
Out Deh! (1983)
Judge Not (1984)
Private Beach Party (1985)
Red Rose for Gregory (1988)

martedì 30 giugno 2009

La Storia del reggae -Terza parte-

Dall’inizio degli anni ottanta al reggae roots classico cominciò ad affiancarsi il suono rub.a-dub, caratterizzato dalla sua ballabilità, talvolta dalla presenza dei dj e da un ritmo più scarno, fondato prevalentemente su basso e batteria. Nomi del calibro di Sugar Minott, Don Carlos, Barrington Levy, Junior Reid, Frankie Paul, Half Pint, ma anche i dj precursori dello stile raggamuffin come Ranking Joe, U Brown, Early B, Macka B, Charlie Chaplin, Sister Nancy, Sister Carol e il grande Yellowman, che influenzò notevolmente lo stile reggae e quello hip hop con il suo modo di cantare.E mentre da una parte continuava a svilupparsi il reggae in battere e levare, con le sue varianti rockers, roots, che arrivò a vincere il primo Grammy con i Black Uhuru, storica formazione capitanata da Ducky Simpson, dall’altra il produttore King Jammy, con il suo mixer e le sue macchine, dava origine a quella che può essere definita l’era digital del reggae.
La facevano da padrone ai tempi Admiral Bailey, Tonto Irie, Pompidoo, Johnny Osbourne, Wayne Smith, Tenor Saw, King Kong, Nitty Gritty, Nicodemus, Supercat e tanti, tanti altri artisti i cui sette pollici infiammavano le dances.
Tra la fine degli anni ottanta e i primi novanta una nuova generazione di dj’s monopolizzarono la scena con un nuovo stile, erede del toasting e chiamato raggamuffin o ragga, letteralmente “straccione”. Liriche esplicite, talvolta violente, unite a ritmi digitali veloci che dal vivo, con i musicisti, venivano reinterpretati con ancora maggiore grinta e carica, in un modo del tutto originale.
Il maggiore esponente di questa corrente fu senza ombra di dubbio il controverso ma insuperabile Shabba Ranks, artista di fama internazionale che tenne addirittura un concerto in Sud Africa di fronte a Nelson Mandela.
Molti cantanti e tante band non riuscirono più a tenere il passo dell’innovazione, e se sull’isola gli studi di registrazione non erano più rudimentali come nei decenni precedenti, garantendo ai dischi un appeal internazionale, dagli USA il gangsta rap influenzava notevolmente i testi e i modi di fare dei dj’s. Fu il periodo delle x-rated lyrics, della slackness e delle tematiche maschiliste ed omofobiche. Il ragga fu sicuramente il suono più promosso e trasmesso, soprattutto grazie a voci potenti come Burro Banton, Buju Banton, Capleton, Cutty Ranks, Bounty Killer, Beenie Man.
Ma non mancavano esponenti della corrente conscoius, come il grande (r.i.p.) Garnett Silk, o la voce dolce di Cocoa Tea, o il dj style di Tony Rebel.
La metà degli anni novanta vide il riaffermarsi della spiritualità nei testi, le tematiche rasta presero di nuovo il sopravvento proprio come negli anni settanta, e mentre alcuni dj come Buju Banton e Capleton si convertirono al rastafarianesimo cambiando decisamente rotta, nuovi cantanti molto ispirati diedero forma allo stile new-roots. Primo tra tutti il versatile sing-jay Sizzla, vero innovatore e sperimentatore, capace di passare dalle melodie più eleganti al ragga con metriche prettamente hip hop con la massima disinvoltura, lasciandosi andare a virtuosismi vocali e falsetti che lo hanno caratterizzato negli anni. Ma anche Anthony B, con la sua voce potente e le sue invettive politiche, o Yami Bolo, denominato “the lamaica Stevie Wonder”.
Il reggae contemporaneo infine è caratterizzato da una molteplicità di stili e tendenze che spaziano dal roots classico dei vecchi re che ancora ci regalano grandi album, come Burning Spear, Israel Vibrations o Bunny Wailer al nu-roots di Morgan Heritage, Ras Shiloh, Jah Mason, Jahmali, Lutan Fyah, Fantan Mojah, Chezidek, Chrisinti, Luciano, Bushman, Natty King, Junior Kelly, Chuck Fender, Jah Cure; dalla dance hall, meglio definita come bashment, che vanta nomi come Movado, Serani, Vybz Cartel alla scuderia dei fratelli Marley (Ziggy, Ki mani, Junilan, Damian, Stephen), figli del grande Bob.
Di portata ormai planetaria, il reggae si è arricchito di messaggi e culture assai diverse tra loro. E allora ci sono gli artisti ebrei come Joseph Israel e Matisyahu; gli artisti delle Isole Vergini come la dolce Dezarie, Pressure, Batch, Ras Attitude; gruppi americani come Groundation, Boom Shaka, Isaac Haile Selassie; gruppi inglesi come gli Steel Pulse, o il poeta marxista Linton Kwesi Johnson; voci africane come Alpha Blondy, Takana Zion, Lucky Dube (r.i.p.), Tiken Jah Fakoly; voci europee come il nostro Alborosie (ex Reggae National Tickets) e il tedesco Gentleman; artisti italiani come Africa Unite, Sud Sound System, Jahmento, Jaka, Michelangelo Buonarroti, Villa Ada Posse, Fido Guido, Il Generale, Brusco, Boomdabash.

sabato 27 giugno 2009

Le leggende del Reggae: Alton Ellis

Alton Nehemiah Ellis nasce a Kingston, Giamaica, nel 1938, e crebbe nella zona di Trenchtown con la sua famiglia, già incline alla musica. Già da giovane imparò a cantare e suonare il piano, e spesso si esibiva in alcuni locali frequentati da giovani. Nella sua prima infanzia, egli formò un duo con un altro cantante, Eddie Perkins, fu così che naque la coppia Alton & Eddie. Nel 1959, dopo aver vinto un talent show, registrarono il brano "Muriel", che divenne una grande hit in Giamaica. Poco tempo dopo aver pubblicato il secondo singolo "My Heaven", Perkins abbandonò il progetto per tentare la carriera solista negli Stati Uniti, lasciando Ellis come solista. Ellis registrò del materiale per la Studio One di Dodd durante i primi anni 60, ma senza ottenere particolari riscontri. Non soddisfatto, si spostò sotto la Treasure Isle di Duke Reid nel 1965, e formò un trio vocale chiamato the Flames (la prima incarnazione includeva il fratello Leslie, e una formazione instabile). Ellis raggiunse presto il successo con la hit anti-violenta "Dance Crasher", e l'anno seguente, realizzò quello che sarà riconosciuto come il primo singolo rocksteady, "Get Ready - Rock Steady". Il suo battito innovativo naque da una sessione dove il bassista non si presentò, così il tastierista Jackie Mittoo fu costretto a suonare lui le parti di basso; la mano sinistra di Mittoo non riusciva però a stare dietro al ritmo ska, così decise di rallentarlo. Il risultato fu un battito più corto e lento che diede origine al sound rocksteady. Secondo lo stesso Alton Ellis, il tempo rallentò dallo ska al rocksteady essenzialmente per essere adattato allo stile soul, che risultò una nuova influenza sulla musica giamaicana.

Egli ottenne altri successi durante il 1966, tra i quali "Cry Tough" e "Girl I've Got a Date", quest'ultima divenne una delle sue canzoni più famose. Ellis compose anche dei brani in coppia con Phyllis Dillon (facendoli diventare la risposta giamaicana a Marvin Gaye e Tammi Terrell), ma anche con sua sorella Hortense Ellis (inclusa la cover di Neil Sedaka "Breaking Up Is Hard to Do"). Il suo album classico Mr. Soul of Jamaica (in seguito ripubblicato su cd come Cry Tough) raccolgieva molte delle migliori tracce per la Treasure Isle. Dal 1968, Ellis tornò a lavorare per la Studio One senza abbandonare la Treasure Isle, divenendo uno tra pochi cantanti a fare da pone tra i due rivali. Gran parte dei suoi lavor dei fine anni 60 venne pubblicato per la Studio One, inclusa le cover di soul americano "Willow Tree", "I'm Just a Guy", e "Sitting in the Park". Nel 1970, realizzò il disco Sunday Coming, one dei più grandi lavori pubblicato per la Studio One. Ellis diede inizio ad una collaborazione con il produttore Lloyd Daley per un breve periodo, che diede come risultato le hit influenzate da tematiche rasta "Lord Deliver Us" e "Back to Africa"; collaborò anche con Keith Hudson. Tuttavia, egli non ricevette abbastanza compensi finanziari rispetto al suo successo. Disilluso, trascorse un periodo negli Stati Uniti e Canada, poi si trasferì in Inghilterra nel 1973. Nel paese europeo, Ellis fondò la sua etichetta discografica, la Alltone, tramite la quale pubblicò nuovi lavori e raccolte di vecchio materiale. La popolarità internazionale di Bob Marley e la nascita del roots reggae provocarono all'artista una perdita di popolarità, ma negli anni, egli venne ricordato per essere stato un pioniere della musica giamaicana. Ritornò trionfante in Giamaica in occasione del festival Reggae Sunsplash sia nel 1983 che nel 1985, e registrò un nuovo singolo, "Man From Studio One", in onore di Dodd nel 1991. Vennero pubblicate numerose raccolte durante l'epoca dei cd, confermando la sua rilevanza all'interno della scena giamaicana.
Nel dicembre 2007, fu ricoverato in ospedale a Londra per la cura del cancro alle ghiandole del sistema linfatico, ma tornò ad esibirsi live dopo essersi sottoposto alla chemioterapia. Ellis morì il 10 ottobre 2008 al Hammersmith Hospital, West London, a causa del cancro. Era il fratello maggiore di Hortense Ellis, ed il padre di oltre 20 figli tra cui Noel Ellis e Christopher Ellis, entrambi cantanti reggae.

La discografia


Albums
Mr Soul of Jamaica (1967)
Sings Rock and Soul (1967)
Sunday Coming (1970)
Still in Love (1977)
A Love to Share (1979)
Showcase (1984)
Slummin' (198?)
Mr Ska Bean'a (1981) Cha Cha (Alton Ellis & The Heptones)
A New Day (1983)
Daydreaming (1983)
25th Silver Jubilee (1984)
Continuation (1985)
Jubilee Volume 2 (1985)
Alton & Hortense Ellis at Studio 1 (1990)
Man From Studio One (1994)
Change My Mind (2000)
More Alton Ellis (2001)


Raccolte
The Best Of (1969)
All My Tears (1965-68) (2006) Brook
Alton Ellis Sings, Heptones Harmonise Jet Star (Alton Ellis & The Heptones - 1978-80)
Arise Black Man (1968-78) Moll Selekta
Greatest Hits (1973)
Be True to Yourself (196X-7X) (2004) Trojan
Get Ready for Rock Reggae Steady (1967-74) (1999) Jamaican Gold
Many Moods of Alton Ellis (1978-80) (1980) Tele-Tech
My Time Is the Right Time (1966-71) (2000) Westside
Reggae Valley of Decision (197X) (1996) House of Reggae
Soul Groover (1997) Trojan
Reggae Max (1997) Jet Star
The Duke Reid Collection (1999) Rhino
Soul of Jamaica (2001) Bianco
It Hurts Me So (2006) Essential Gold
Reggae Chronicles (2006) Hallmark
Muriel (2007) All Tone


Raccolte live

Live with Aspo: Workin' on a Groovy Thing (2001)


Sito ufficiale

Novità: Playlist da scaricare subito!!!

Da oggi troverete nel nostro blog delle playlist da scaricare velocemente e comodamente, per accelelare all' ennesima potenza i download vi consigliamo di scaricare Orbit downloader che troverete su http://www.orbitdownloader.com/. Ecco la prima playlist.

Revolution Riddim (Reggae) 2009
Track List:
01. Chezidek - Promises
02. George Nooks - Rise Up Now
03. Gyptian - Hear Our Cry
04. Junior Reid - Deliverous Jah
05. Lutan Fyah - Everything Crash
06. Maria - Children Crying Out
07. Natural Black - Revolution
08. Richie Spice - Rasta Naah Run Away
09. Sizzla - Put It Down
10. Uproar - Friends Life Lost
11. Uproar - Hunt The Money
12. Zebra - Am In Love
13. Version - Revolution Riddim
Download: Zshare Mega Upload
Password: rev99

venerdì 26 giugno 2009

La Storia del reggae -Seconda parte-

Verso la fine degli anni ‘60, secondo la leggenda, in corrispondenza di un estate particolarmente torrida i dj dell’isola durante le dancehall rallentarono la velocità dei loro dischi…e dal rock steady si passò al reggae: roots reggae. Il nome si dice sia stato inventato dai Toots and The Maytals che intitolarono un loro brano “do the reggey”. Ritmi più lenti, ruolo predominante del basso, che crea vere e proprie melodie e non solo accompagnamenti. Tematiche più impegnate, di denuncia, con argomentazioni sociali e avvento della fede rasta all’interno della musica. Molti i cantanti del periodo, ma prevalenti erano senza dubbio le formazioni di trio vocale come i Mighty Diamonds, i Congos, gli Abyssinians, i Wailers, i Melodians, i Gladiators, i Culture…
Già dagli anni sessanta per le strade della Jamaica nascevano i primi sound system, delle vere e proprie discoteche itineranti con al microfono i dj, detti toaster, che infiammavano la danza improvvisando intermezzi parlati e sincopati sulle versioni strumentali dei brani più famosi dell’epoca. U Roy fu senza dubbio il capostipite, ed è indimenticabile e campionatissima la sua Wake The Town.
Negli anni settanta la Giamaica ha prodotto, a mio avviso, la migliore musica di sempre, affidandosi a voci storiche del calibro di Peter Tosh, Israel Vibration, Max Romeo, Ijahman Levi, Dennis Brown, John Holt, Gregory Isaacs, Freddie McGregor, Horace Andy.
Tanti cantanti, seguiti sul palco e in studio da musicisti turnisti, o anche vere e propre formazioni all’occidentale, come i Third World, band composta da ottimi strumentisti e cantanti che conferivano al suono jamaicano una forte connotazione funk, rock e soul.

E non potrei non parlare di tutti i gruppi e gli artisti che hanno suonato e suonano nya binghi, il ritmo percussivo, fatto con i tamburi tradizionali, tipico delle cerimonie rasta e direttamente ereditato dagli antenati africani. Ras Michael and the sons of negus è senza dubbio la realtà più importante.
Continua...

La Storia del reggae -Prima parte-

Apriamo ora la rubrica la "Storia del reggae", che racconterà l'evoluzione del genere e gli artisti che ne hanno fatto la storia. Ma preliminarmente è indispensabile sgombrare il campo da odiose etichettature fatte di aggettivi tipo alternativo, commerciale, underground, strano, normale, italiano, straniero, famoso, sconosciuto…
Una volta fatti fuori a fucilate tutti i condizionamenti imposti da radio, televisione e mass media in genere, quando sarete sicuri di affidarvi esclusivamente alla soggettività del gusto personale, allora sarete pronti a leggere le righe successive con il giusto spirito.
Il reggae è la musica popolare originata in Giamaica verso la fine degli anni ‘60, conosciuta in occidente soprattutto grazie a Bob Marley. Nonostante questo, attualmente i dischi registrati nella piccola e povera isola caraibica coprono circa il 4% del mercato discografico mondiale.
In ogni angolo del pianeta, in ognuno dei continenti, riuscirete a scovare sicuramente un dj, un mc, un sound system che promuove il reggae.
Per una buona parte dei lettori il termine reggae è riconducibile fondamentalmente a Bob Marley, e forse a Peter Tosh e ai Sud Sound System, ed in effetti per un italiano non appassionato del genere, questi sono gli unici nomi che escono dal perimetro delle dancehall giungendo anche in televisione, in radio e sui giornali.
Ma vi assicuro che c’è un fermento inimmaginabile negli studi di registrazione e sui palchi di tutto il mondo, fatto di centinaia di artisti, di ogni colore, credo e nazionalità, accomunati dalla magia del ritmo in battere e levare, la caratteristica peculiare che rende il reggae inconfondibile.
Gruppi, band e artisti che non hanno avuto negli anni il giusto riconoscimento, ma che in alcuni casi si collocano, a livello artistico, una spanna più su rispetto al comunque inimitabile Bob.
Uno dei luoghi comuni più radicati che io, da appassionato, collezionista ed esperto di reggae ho ascoltato più spesso, è quello secondo cui “il reggae è tutto uguale”.
Proprio per questo inizierei col dire che dietro il termine generico reggae si articolano tutta una serie di sottogeneri, tendenze ed influenze che non solo si differenziano notevolmente tra loro, ma che hanno una propria fisionomia caratteristica capace di catturare i gusti più differenti.
Dunque la cosa migliore che posso fare in questa sede è segnalarvi della buona musica, fornendovi validi input, ottimo punto di partenza per un eventuale ricerca personale.
Prima di trasformarsi in reggae, verso gli ultimissimi tempi degli anni ‘60, il suono jamaicano era denominato ska e rock-steady. Ritmi veloci, imponenti sezioni fiati, tanti musicisti sul palco, canzoni con tematiche per lo più spensierate e lunghi brani strumentali.
I pionieri furono senza dubbio i grandi Skatalites, una vera e propria orchestra che per la prima volta esportò in maniera massiccia la musica autentica jamaicana oltre i confini dell’isola, oltre i grandi Desmond Dekker, Alton Ellis, Dalroy Wilson, The Heptones. Lauren Aitken, Junior Byles, Bob Andy, Toots Hibbert.

CONTINUA...

Rototom Sunsplash European Reggae Festival


Il Rototom Sunsplash è il più grande raduno reggae d’Europa.Dal 1994 richiama in Friuli migliaia di giovani da ogni parte del mondo e trasforma il grande Parco di Osoppo in una città multietnica in cui la convivenza tra le persone è fondata sulle grandi utopie della libertà, della pace, del rispetto, della fratellanza. Sono state 150mila le presenze della passata edizione: c’è chi arriva in camper o con la tenda e si sistema nell’area interna riservata al campeggio, e chi invece si prenota in una delle strutture ricettive della provincia (alberghi, campeggi, agriturismo) facendo registrare il “tutto esaurito” nel raggio di 30km.L’originale formula dell’evento coniuga musica ed impegno, divertimento e momenti d’incontro, d’informazione, di riflessione. Per 10 giorni consecutivi accanto ai grandi concerti sono proposte tantissime attività ad ogni ora del giorno e della notte: dibattiti, proiezioni di film e documentari, mostre fotografiche, corsi di percussioni, danza africana, capoeira e didjeridoo, sessioni di meditazione e medicina naturale, incontri sulla musica reggae e sulla cultura rasta. Uno staff specializzato organizza laboratori creativi, spettacoli di giocoleria e burattini per i bambini, che sono sempre tantissimi. Più che una rassegna musicale, il Rototom Sunsplash assomiglia ad una vera e propria vacanza: durante il giorno chi non segue assiduamente le attività proposte prende il sole, gioca a frisbee o a calcetto, legge, si dondola sulle amache o semplicemente gironzola nel villaggio in cerca di nuovi amici.Al tramonto si accendono le luci sul grande palco dell’area spettacoli e la musica diventa indiscussa protagonista. Sfilano, uno dopo l’altro, le superstar della musica giamaicana, i grossi nomi africani e i campioni del reggae europeo. Al termine dei concerti, tutti a ballare, fino all’alba nella tenda dedicata ai sound system o sotto una delle innumerevoli tende etniche presenti.Sono aperti giorno e notte i bar e gli stand gastronomici che propongono drink e piatti di cucina da tutto il mondo, mentre nell’affollato mercatino dell’artigianato etnico gli stand dei più forniti negozi di dischi reggae d’Italia diffondono musica e buone vibrazioni. Vi è anche un’area dedicata al no profit, dove gli stand di associazioni e organizzazioni che operano per il miglioramento della qualità della vita sul nostro pianeta presentano le loro iniziative e raccolgono fondi. Tutti i servizi, dal punto informazioni all’internet point, sono gestiti da uno staff multi-lingue perchè più della metà dei visitatori arriva da oltre confine (almeno 16 i paesi di provenienza del pubblico per l'edizione 2007). L’edizione 2009 dell’evento è programmata dal 2 al 11 luglio 2009 ancora una volta presso il Parco del Rivellino a Osoppo (Udine). Per maggiori informazioni collegatevi al sito ufficiale www.rototomsunsplash.com

giovedì 25 giugno 2009

LIBRI: "BURNED DAL GHETTO E RITORNO"

In Italia il reggae è un argomento controverso: se ne parla poco e, spesso, in modo sbagliato.
C’è chi crede ancora alla visione pseudo - hippy di questa musica e della cultura che vi sta intorno, cosicché tutto si risolverebbe in un generale "one love, no problem" o, peggio, in un superficiale "volemose bene".
D’altro canto, c’è chi crede che ormai il reggae si sia corrotto e sia dominato esclusivamente da messaggi violenti, omofobi e sessisti.
Da questo clima di generale mistificazione, purtroppo, viene fuori un quadro confuso che non rende giustizia al significato che "la musica di Bob Marley" (come la maggior parte della popolazione italiana la riconosce) riveste in Giamaica e non solo. Non si riduce tutto a Rastaman e marijuana, a "one love" e "take it easy", ma di certo neanche ad insulti e sparatorie.
Il reggae è una musica reale che nasce dalla realtà e la riflette, che fotografa il disagio e la speranza di chi vuole cambiare le cose. Oggi Bob Marley e Peter Tosh non ci sono più, il roots è in declino, ci sono Beenie Man e Sizzla, c’è la dancehall. A collegare questi fenomeni che parrebbero molto diversi c’è il ghetto, la vita dei sufferrah, dei rudeboy.
"Burned" mostra il legame strettissimo tra reggae e strade giamaicane, un legame talvolta controverso e pericoloso che ha connotato e continua a connotare questa musica ed il suo business.
La letteratura a tematiche "reggae – rasta", in Italia, è costituita da pochi titoli, benché molto validi. Questo libro, tuttavia, si pone su un piano diverso: non è un saggio teologico né una guida musicale, ma un vero e proprio romanzo. Non racconta qualcosa sulla Giamaica, sul reggae o sulla dancehall, sui Rasta o sui badman, bensì racconta direttamente come questi elementi si combinino nella vita di tutti i giorni, tra le baracche dello slum o tra gli alberghi dei tour internazionali.
Il romanzo racconta la storia di un giovane manager italiano alle dipendenze di una casa discografica internazionale, inviato in Giamaica per pescare un astro nascente della musica reggae da lanciare sul "mercato che conta". Trovare un cantante a Kingston risulta facile, mentre diviene difficile venir fuori dalle mille insidie che il ghetto comporta: tra vecchi Elder rastafariani e giovani badman senza scrupoli, tra soldi facili e fucili spianati, il protagonista capisce che in Giamaica il music business va ben oltre la musica. Neanche il successo internazionale, infatti, può tagliare questo filo invisibile che unisce il ghetto ai suoi figli.
"Burned" racconta una storia realistica, in grado di rispecchiare ciò che avviene in Giamaica dai tempi di Jimmy Cliff e "The harder they come", fino a Movado e "Gangsta for life".
Perché il reggae tra contaminazioni, degenerazioni e fraintendimenti, è ancora oggi la realtà raccontata dai suoi protagonisti: talvolta in one drop, talvolta in dancehall style.
La Giamaica, il potere della musica, le guerre tra badman, la fede in Jah. Tutto questo è "Burned", Ricky è un giovane avvocato e quando viene spedito in Giamaica per scovare un nuovo talento della musica reggae, non immagina che l’incontro col talentuoso Derrick, un rudeboy, lo condurrà alla scoperta di un mondo che è anche un microcosmo di vita. In un’ambientazione ricca e fascinosa ma al contempo ingrado di offrire molteplici spunti di riflessione, Cardinalespinge il lettore a guardare nelle baracche dei sufferah, nellafede Rastafariana e nei guasti del Babylon System, attraversoun romanzo che va ascoltato, oltre che letto.